Neoplasie ematopoietiche del cane: identificazione di molecole coinvolte nella patogenesi e/o potenzialmente utili come biomarker diagnostici o prognostici innovativi
Progetto PRESUPPOSTI: Le neoplasie ematopoietiche del cane rivestono particolare importanza sia per l’elevata frequenza che per gli aspetti comparativi che ne fanno un ottimo modello animale delle analoghe neoplasie umane. In medicina umana la ricerca è oggi rivolta all’identificazione di markers affidabili per l’identificazione del sottotipo di neoplasia, per la previsione del comportamento biologico e della risposta a chemioterapie, per la valutazione della malattia minima residua e l’identificazione precoce delle recidive. Nel cane i markers utilizzabili a questo scopo sono ancora poco conosciuti.
OBIETTIVO: L’obiettivo del progetto è lo studio di parametri coinvolti nella patogenesi delle neoplasie ematopoietiche canine potenzialmente utili a fini diagnostici e prognostici.
DESCRIZIONE DELLA RICERCA. Ci si propone di raggiungere l’obiettivo fondendo le competenze di ricercatori che da anni si occupano di neoplasie ematopoietiche e di validazione di nuovi biomarkers attraverso approcci immunofenotipici, biochimici e molecolari. In particolare la ricerca si articolerà come segue:
1. Selezione dei campioni: verranno inclusi nello studio sia campioni derivati dalla routine diagnostica (circa 300 casi all’anno), sia materiale d’archivio, grazie a protocolli, recentemente messi a punto, di estrazione di DNA e RNA da materiale paraffinato o da strisci di sangue fissati e colorati. Per ogni soggetto verranno inoltre raccolti i dati relativi alla risposta alla chemioterapia, la sopravvivenza mediana e lo sviluppo di eventuali recidive.
2. Identificazione di biomarkers citofluorimetrici: verranno utilizzate marcature multiple in grado di perfezionare la diagnosi citologica, di permettere l’adeguata identificazione del sottotipo neoplastico e della eventuale malattia minima residua. In particolare accanto ad antigeni di membrana e citoplasmatici verranno valutati anche markers di proliferazione quali Ki67 e PCNA.
3. Identificazione di biomarkers molecolari: mediante tecniche di real-time PCR verranno indagati i patterns di espressione di tirosin-chinasi (ZAP-70 e Syk) e dei miRNA, piccoli RNA non codificanti coinvolti nella differenziazione e attivazione cellulare, considerati uno dei più promettenti aspetti nella ricerca oncologica, nonché le forme di clonalità delle catene leggere delle immunoglobuline e del TCR.
4. Identificazione di test biochimici utilizzabili per la valutazione della remissione dopo chemioterapia e/o l’evidenziazione precoce delle recidive. In particolare ci si concentrerà sul profilo proteico indagando, in prelievi ripetuti durante il follow-up gli aspetti quali-quantitativi di proteine di fase acuta (PCR, SAA, AGP, ferritina) e quantificando isoenzimi della lattato deidrogenasi (LDH), utilizzati come markers prognostici in medicina umana.
I risultati dello studio getteranno le basi per il successivo utilizzo di tali markers nella pratica clinica indispensabile per la corretta valutazione del rapporto costo-beneficio.