Deroga alla giurisdizione e procedimento arbitrale concorrente: tra validità della clausola compromissoria e prospettive di riforma
Progetto La ricerca muove dalla definizione della nozione di invalidità della convenzioni arbitrali. Se infatti negli ordinamenti interni si suole distinguere tra invalidità ed inefficacia del negozio, la stessa distinzione non è rintracciabile nel diritto internazionale pattizio quando vengono in discussione il riconoscimento e l’enforcement del lodo emesso sulla base di una clausola compromissoria reputata invalida dallo Stato richiesto di procedere all’esecuzione.
Ciò non toglie che il problema possa ugualmente porsi con riguardo in particolare alla Convenzione di New York che obbliga (art. II) i giudici degli Stati membri a riconoscere la volontà compromissoria salvo che l’accordo sia «null and void, inoperative or incapable of being performed».
Trattandosi dunque di esaminare l’idoneità di un accordo compromissorio a derogare alla giurisdizione dell’ordinamento statale interessato, si pone la questione di quale sia la legge applicabile ad una convenzione arbitrale che presenti profili di invalidità.
In questa prospettiva diverse tesi sono state avanzate senza pervenire né a livello nazionale né con riguardo alla prassi internazionale a conclusioni univoche. La questione è destinata peraltro ad assumere una rilevanza ed un interesse ancora maggiori di quanto avvenuto fino ad oggi se saranno accolte le proposte di modifica del reg. n. 44/2001.
Recentemente, infatti, si sta facendo strada la proposta – accolta tutt’altro che unanimemente dalla dottrina – di modificare il reg. 44/2001 al fine di includere l’arbitrato nel suo ambito di applicazione. Come è noto infatti attualmente il regolamento, così come già la Convenzione di Bruxelles del 1968, esclude espressamente l’arbitrato, benché sulla esatta portata di tale esclusione si discuta ormai da anni. La stessa Corte di giustizia ha avuto modo di pronunciarsi in qualche occasione sul tema in questione (v. sentenze Marc Rich del 1991, Van Uden del 1998), giungendo con la recente sentenza West Tankers del 2009 a dichiarare incompatibile con il reg. 44 (e dunque con il diritto comunitario) il potere di un giudice nazionale di emettere un provvedimento volto ad impedire che il giudice di un altro Stato membro si pronunci su una eccezione di incompetenza basata sull’esistenza di una clausola compromissoria.
La ricerca si propone dunque:
a) di esaminare le conseguenze che determina, ai fini sia della deroga alla giurisdizione sia del riconoscimento dei lodi, la presenza nella convenzione arbitrale delle c.d. «clausole patologiche», ovvero di previsioni che possono comportare, in base alla legge regolatrice della clausola compromissoria, l’invalidità o inefficacia della convenzione stessa;
b) di verificare l’impatto della proposta di riforma del reg. 44/2001 sia con riguardo ai profili di cui al punto a) in tema di validità della clausola, sia con riguardo all’ambito di applicazione della Convenzione di New York del 1958 sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze arbitrali stranieri.