I campilobatteri sono batteri ubiquitari presenti nelle acque e nel tratto intestinale di numerosi ospiti. Molte specie di Campylobacter sono importanti agenti zoonosici, rappresentando la più comune causa di enterite nell’uomo, sebbene la mortalità sia inferiore rispetto a Salmonella e E. coli O157: H7. Un’importante complicanza dell’infezione da Campylobacter è la Sindrome di Guillain-Barré, che esita in ricoveri ospedalieri ricorrenti e morte del paziente. La Relazione Comunitaria EFSA sulle zoonosi indica come nel 2007 le infezioni da Campylobacter spp. abbiano costituito la zoonosi più frequente, con un aumento del 14,2% rispetto all’anno precedente. Il reale numero dei casi di campilobatteriosi nell’uomo è però difficile da stimare per la scarsa gravità dei sintomi, che può non costringere il soggetto ad accedere al sistema sanitario; perchè i medici non sempre richiedono un esame colturale; per la sensibilità diagnostica insufficiente a rilevare tutte le infezioni. Inoltre l’epidemiologia di Campylobacter spp. è molto complessa, a causa del lungo periodo di incubazione della malattia e della presenza di una vasta gamma di reservoir. La trasmissione alimentare è responsabile della maggior parte delle infezioni: i prodotti di origine avicola sono considerati la fonte primaria, ma altre fonti importanti sono il latte non pastorizzato, l’acqua contaminata e la carne cruda o poco cotta di bovino. In Italia molti allevamenti hanno deciso di praticare la vendita diretta di latte crudo, ma questo prodotto, non subendo alcun trattamento termico, può essere a rischio igienico-sanitario. La presenza di patogeni nel latte può avere due cause distinte: la contaminazione fecale o l’infezione mammaria. Nel caso di Campylobacter, esistono numerose pubblicazioni sulla sua escrezione fecale, ma poche riguardanti quella tramite il latte. L’infezione sperimentale ha dimostrato la sua capacità di localizzarsi a livello mammario, causando una mastite clinica da cui sono stati isolati i batteri in coltura pura. In seguito alle numerose segnalazioni di infezioni probabilmente collegate al consumo di latte crudo, la ricerca proposta ha lo scopo di approfondire gli aspetti eziologici e patogenetici delle infezioni mammarie da Campylobacter spp.
Lo studio si baserà sullo schema seguente:
1. Analisi del latte di pool per l’identificazione delle vacche eliminatrici di Campylobacter col latte
2. Esame cito-batteriologico del latte di singolo quarto ed isolamento del batterio
3. Prelievo in sede di macellazione, di campioni di tessuto mammario, fegato, bile e feci da digiuno, ileo e grosso intestino per l’esame batteriologico, istologico e citologico
4. Tipizzazione molecolare dei ceppi di Campylobacter isolati.
Una conoscenza più approfondita del meccanismo patogenetico di questi batteri nelle infezioni mammarie della vacca da latte costituisce sicuramente un passo importante nella prevenzione delle tossinfezioni da campilobatteri legate al latte crudo.