Il progetto, collegando esperienze di ricerca diverse, di storia sociale, economica, militare e religiosa, vuole da un lato analizzare il problema della marginalità e della emarginazione femminile nell'età moderna, dall'altro considerare le forme con cui la società e gli Stati tentarono di proporre o imporre un'integrazione. Nel quadro di un interesse sempre vivace per la posizione della donna nella società di antico regime, un posto specifico ha avuto, accanto alla esplorazione di una condizione femminile di rilievo nelle corti, l'attenzione più viva per i ceti subalterni e comunque fragili dal punto di vista sociale. Si usa, tuttavia, il concetto di marginalità ed emarginazione, piuttosto che quello di povertà, perché più complesso e duttile, sia che lo si riferisca ai poveri, ai deboli, ai subalterni, sia che si prenda in esame il problema delle minoranze. La condizione femminile, in questa ottica, risulta un osservatorio privilegiato che offre molteplici approcci. Questa ricerca vuole, in primo luogo, prendere in esame alcune particolari categorie di donne sulle quali un'ormai ampia storiografia si è soffermata solo marginalmente. Sembra quindi interessante studiare, ad esempio, la condizione matrimoniale di donne sposate con soldati, le quali, anche con figli al seguito, lasciavano la propria patria per seguire il marito nelle trasferte militari, rendendo in tal modo assai precaria la propria condizione economica. Altra categoria femminile, sovente documentata anche nei processi inquisitoriali, quella delle donne abbandonate da mariti che intraprendevano la carriera militare e che si risposavano in altri paesi, incorrendo nel reato di bigamia. Donne marginalizzate inoltre erano anche le vedove, sulle quali la storiografia ha già dato qualche notevole contributo. Questa ricerca prenderà in esame queste categorie attraverso fonti diversificate, sia per la zona milanese, sia per il territorio italiano: fonti militari, anche presenti nell'Archivio di stato e nel Kriegsarchiv di Vienna (Lombardei Collectanea; Lombardei Korrespondenz, Vortraege der Zentralbehoerden; Heiratskautionen, Soldatenkinder, Pensionbücher, Testamente, Musterlisten), fonti inquisitoriali, ecclesiastiche, atti dotali, se possibile anche inventari post mortem per meglio definire anche la condizione economica di alcune di queste donne.
Altro aspetto della ricerca riguarderà invece gli strumenti di integrazione nei confronti di donne emarginate a metà fra la carità e il 'renfermement'. A queste iniziative se ne affiancavano altre, particolarmente interessanti perché prevedevano un 'terzo' stato femminile laico e -almeno in origine- indipendente dalla struttura ecclesiastica, come nel caso delle Orsoline e delle Vedove di Sant'Anna, che faticarono non a caso ad essere integrate nella Chiesa del tempo. Il primo Borromeo, tuttavia, seppe 'utilizzare' le possibilità offerte da queste donne 'libere' per la costruzione del suo
progetto di una nuova comunità ecclesiale e civile.