Aspetti comunitari ed internazionali dell’azione dell’Unione europea per contrastare il cambiamento climatico: pacchetto “clima-energia” e strumenti di mercato.
Progetto La ricerca intende esaminare in che modo gli strumenti di mercato sono utilizzati in ambito comunitario per contrastare il cambiamento climatico e promuovere politiche energetiche sostenibili. L’azione dell’UE in questi settori riveste una fondamentale importanza anche a livello internazionale. Come già avvenuto nel processo negoziale che portò alla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici e al relativo protocollo di Kyoto, l’UE svolge un ruolo trainante sul piano internazionale nella lotta al cambiamento climatico. In mancanza di un accordo globale sul clima, essa, infatti, propone a livello regionale un modello di regolamentazione inteso ad attuare politiche di risparmio energetico e a favorire l’uso di fonti energetiche rinnovabili.
In forza del c.d. principio di integrazione, sancito all’art. 6 TCE, le esigenze connesse alla tutela dell’ambiente sono integrate nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche e azioni dell’UE. Tale convergenza di principi ed obiettivi risulta particolarmente evidente nelle norme comunitarie che regolano gli interventi statali volti a promuovere comportamenti rispettosi dell’ambiente. In tal senso ricordiamo il sistema di scambio di quote di emissione, creato dalla direttiva 2003/87/CE, perfezionato ed esteso dalle direttive 2008/101/CE e 2009/29/CE e la disciplina per gli aiuti di Stato a finalità ambientale, ampiamente rivista nel 2008 con l’adozione dei nuovi orientamenti della Commissione del 23 gennaio 2008 e con il regolamento generale di esenzione per categoria n. 800/2008, comprensivo anche degli interventi statali a finalità ambientale. Queste azioni unitamente ad altre iniziative che prevedono l’utilizzo di strumenti di mercato (es. la direttiva 2009/28/CE che introduce le garanzie di origine per le energie rinnovabili) sono parte integrante della strategia elaborata nel cd. pacchetto “clima-energia”, adottato nel 2008 con il quale l’UE si propone di ridurre del 20% le emissioni di gas ad effetto serra e di portare al 20% la quota delle energie rinnovabili del consumo energetico totale dell'UE entro il 2020. Nel quadro delineato merita poi attenzione lo studio della recente direttiva 2009/72/CE in materia di apertura dei mercati dell’energia e di sicurezza degli approvvigionamenti di gas, ove, oltre a stabilire la regola della separazione tra produttori e fornitori di energia si promuove una nuova politica di investimenti finalizzata ad assicurare l’approvvigionamento energetico secondo il principio della c.d. “solidarietà energetica” in base al quale gli Stati membri dovranno aiutarsi a vicenda in casi di grave crisi e cooperare per sviluppare moderne infrastrutture energetiche. Il gruppo di ricerca intende affrontare lo studio dei suddetti profili collocando l’analisi del modello comunitario nel contesto dell’azione globale volta a contrastare il cambiamento climatico, anche alla luce dei risultati dell’imminente summit di Copenaghen.