L’analisi chimica per lo studio delle ceramiche archeologiche: luoghi di produzione, tecnologia di fabbricazione e contenuti
Progetto In ambito archeologico i reperti ceramici rivestono una significativa importanza documentaria, grazie all’abbondanza numerica, alla presenza in tutte le fasi cronologiche a partire dal Neolitico e alle informazioni che essi possono offrire in termini di sapere tecnologico, scambi commerciali e culturali e usanze di una data popolazione.
Per l’acquisizione di tali informazioni i metodi di analisi chimica affiancano le considerazioni archeologiche con un ruolo rilevante. Il presente progetto prevede appunto l’ottimizzazione di un protocollo analitico per lo studio delle ceramiche antiche, nell’ambito di una ricerca multidisciplinare avviata da anni in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università degli Studi di Milano e avente per oggetto i materiali di scavo da diversi siti della nostra penisola ed in particolare dal sito etrusco di Tarquinia.
Il primo aspetto di rilevanza archeologica è rappresentato dalla classificazione dei manufatti in termini di luogo di produzione. Poiché è ben documentato che la composizione dei materiali quanto a elementi minori e in tracce risulta caratterizzante della sorgente geografica della materia prima, è evidente come la disponibilità di metodi di analisi quantitativa multielementare con buoni limiti di rivelabilità sia indispensabile per l’acquisizione dei dati richiesti. Il progetto prevede in particolare l’impiego della spettroscopia di emissione atomica in plasma ad accoppiamento induttivo (ICP-AES), già consolidato nell’ambito del gruppo di ricerca, al quale si intende affiancare l’utilizzo del metodo di attivazione neutronica (NAA), metodo caratterizzato dalla non distruttività nei confronti dei reperti e da ottimi limiti di rivelabilità per un grande numero di elementi chimici. In tale ambito si impiegheranno le competenze dei proponenti nel campo del controllo di qualità dei dati sperimentali raccolti, anche allo scopo di poter confrontare i dati di nuova acquisizione con quelli già disponibili nel “database” del gruppo di ricerca.
Un secondo significativo aspetto è lo studio della tecnologia di fabbricazione dei manufatti, che prevede la definizione di atmosfera e temperatura di cottura nonché della scelta dei materiali (pigmenti e vernici) per la decorazione delle superfici, attraverso l’identificazione delle fasi mineralogiche. A tale scopo saranno impiegate le spettroscopie di assorbimento nell’infrarosso in trasformata di Fourier (FTIR), di riflessione diffusa nel visibile e vicino IR (NIR) e Raman, nonché la diffrazione di raggi X (XRD).
Infine, l’analisi delle sostanze organiche in tracce eventualmente presenti nel materiale ceramico come residui dei contenuti dei recipienti originari sarà condotta mediante estrazione e analisi con le tecniche di gascromatografia e cromatografia liquida accoppiate con la spettrometria di massa (GC-MS e HPLC-MS), con particolare attenzione alla ottimizzazione e standardizzazione delle procedure di estrazione.