Teorie del mutamento istituzionale alla prova. Il caso dell'istruzione superiore e delle relazioni industriali in Italia
Progetto Buona parte della letteratura contemporanea di political economy non considera possibile costruire una teoria sistematica sulle istituzioni in quanto il loro mutamento sarebbe legato a fattori esogeni e contingenti. E’ inoltre piuttosto diffusa la concezione di mutamento come legato a riforme strutturali per ottenere una configurazione ‘ottimale’ di istituzioni non efficienti. Idea presente anche nella letteratura sulla diversità dei capitalismi (Hall e Soskice, 2001) anche se questa individua due direzioni di mutamento: verso liberal market economies o verso coordinated market economies (Amable, 2009). Un terzo modo di concepire il mutamento istituzionale è l’idea di ‘mutamento incrementale’ di recente proposta da Streeck e Thelen (2005).Il mutamento assume diverse forme e non è per forza legato a shock momentanei. Nelle economie moderne tale mutamento è caratterizzato dell’aumento del ruolo del mercato nell’allocazione delle risorse. Un “liberalismo” multidimensionale come si osserva per esempio negli interventi di flexicurity (Hall e Thelen, 2009). Il punto di vista è però ancora prevalentemente macro e top-down. Nella sociologia contemporanea, a partire da Homans (1974) e dalla teoria dello scambio sociale, si è sviluppato un filone di analisi e ricerca che studia il mutamento istituzionale in un’ottica bottom-up: il cambiamento coinvolge non solo una ridefinizione politica delle regole, ma anche le strategie degli attori e il perseguimento dei loro interessi. In questo senso, il mutamento ha basi endogene (Nee 2009). La domanda alla quale questo progetto vuole rispondere è quanto pesino, a fronte dei fattori esogeni, le spinte endogene al mutamento. Queste possono sia ostacolare che incentivare l’azione dei fattori esogeni e far emergere conseguenze inattese. Il sistema di relazioni industriali e il sistema di istruzione superiore sono attualmente accusati di non essere più in grado di sostenere lo sviluppo socio-economico delle economie moderne e per entrambi si sta assistendo a processi di liberalizzazione: nel SRI si registrano spinte alla deregolazione del rapporto del lavoro e minore sindacalizzazione; nel SIS sono in atto riforme per aumentare la presenza di logiche di mercato. L’Italia è un caso interessante data la scarsa istituzionalizzazione del SRI, ma una persistente forza del sindacato, e un SIS sottoposto attualmente a riforme rilevanti, ma con attori economici poco attivi nella collaborazione e poteri accademici radicati. La ricerca ha carattere esplorativo. Si procederà pertanto all’analisi della letteratura esistente, con al centro non tanto lo sviluppo empirico dei sistemi studiati, quanto il modo in cui si dà conto del mutamento in atto. Una volta chiarito questo, si potrà procedere a interviste in profondità a testimoni privilegiati, nonché alla raccolta e analisi secondaria dei dati disponibili (sulla contrattazione e sulla sindacalizzazione per il SRI; sulle fonti di finanziamento e sui corsi co-progettati, per il SIS).