La leucemia mieloide cronica (LMC) è una patologia a lungo termine e generalmente i protocolli terapeutici attualmente in corso sono in grado di indurre la remissione clinica ed ematologia della malattia ma in una larga percentuale di casi si osserva la comparsa di recidive spesso non più curabili, originate dalla riespansione di cloni leucemici sopravvissuti alla terapia (malattia minima residua).
Il presente progetto di ricerca si propone di valutare la capacità di un nuovo antigene associato alla LMC di indurre una significativa risposta immunogenica verso le cellule tumorali, allo scopo di eradicare la malattia minima residua in pazienti affetti da LMC trattati con farmaco anti-tirosin chinasi quale Imatinib. L'antigene in esame origina da splicing alternativi tra esoni dei geni BCR e ABL recentemente identificati nei linfociti di un elevata percentuale di pazienti affetti da LMC positivi per il cromosoma Philadelphia (Ph+). E' costituito da 112 aminoacidi posti in posizione C-terminale delle proteine di fusione bcr/abl in cui la normale cornice di lettura dell'esone 4 di ABL non viene mantenuta con conseguente formazione di una nuova sequenza aminoacidica ("out of frame" OOF).
Risultati ottenuti nel nostro laboratorio utilizzando differenti sequenze peptidiche, corrispondenti ognuna ad una porzione della regione aminoacidica OOF di 112 aa, hanno dimostrato la capacità della sequenza compresa tra gli aminoacidi 21-53 di indurre in topi transgenici per la molecola di classe I umana HLA-A.2.1 una specifica risposta immune cellulare e umorale nei confronti di una linea cellulare leucemica umana positiva per il cromosoma Philadelphia e per i trascritti fuori frame di abl e transfettata con il gene HLA-A2.1.
Tale sequenza 21-53 è stata analizzata utilizzando specifici database, quali ProPred I, Bimas e Syfpeithi al fine di individuare specifici "binding motifs" per la molecola HLA A2.1. Attualmente è in fase di sintesi un peptide di 34 aminoacidi in cui gli epitopi antigenici sono stati inseriti in una sequenza aminoacidica contenente una sequenza "helper" per i linfociti T, che fungerà da adiuvante. Parallelamente sarà sintetizzato un secondo peptide che differirà dal primo per la sostituzione di due aminoacidi nella sequenza antigenica, tale sostituzione dovrebbe aumentare l'affinità degli epitopi antigenici per la molecola HLA di classe I. Tali peptidi saranno utilizzati "in vivo" in topi transgenici HLA A2.1+ e applicando differenti protocolli di immunizzazione. La capacità dei due peptidi di indurre una risposta immunitaria verrà analizzata valutando l'attività citotossica dei linfociti T CD8+ mediante test del cromo, dosaggio dei granzimi e produzione di interferone-gamma. La presenza di anticorpi specifici per i peptidi sarà rilevata mediante dosaggi immunoenzimatici e test di citotossicità anticorpo-mediata.