Tra i fattori che nel tempo hanno contribuito di più all¿evoluzione del diritto ecclesiastico italiano è pacificamente annoverata la giurisprudenza della Corte costituzionale, la quale ha dimostrato sin dalle prime pronunce uno specifico interesse in materia ecclesiastica. Specularmente, può rilevarsi la circostanza per cui alcune delle decisioni costituzionali maggiormente incidenti sul sistema delle fonti di cognizione ¿ e quindi, di riflesso, sull¿assetto dei rapporti tra le fonti di produzione ¿ abbiano avuto origine da fattispecie di immediato rilievo ecclesiasticistico. Questo dato autorizza la scelta di leggere le sentenze della Corte in questa materia non solo per ciò che hanno (o non hanno) innovato nel diritto vigente, ma altresì in chiave di ¿politica istituzionale¿, vale a dire di quella politica giurisprudenziale che la Corte ha ritenuto opportuno o necessario perseguire di volta in volta al fine di ritagliarsi uno spazio di operatività all¿interno del plastico panorama delle interrelazioni tra i diversi organi costituzionali. Tale prospettiva ha caratterizzato anche precedenti approfondimenti, i cui esiti hanno fornito una rassegna diacronica ragionata delle pronunce costituzionali di maggiore interesse ecclesiasticistico; la ricerca, ponendosi in rapporto di continuità con quelli, intende in primo luogo raccogliere le sentenze della Corte in materia ecclesiastica emesse nel decennio appena trascorso. Tra queste spiccano, a titolo esemplificativo, le sentenze con le quali la Corte ha proseguito ¿ anticipando la riforma legislativa attuata in sede parlamentare con la legge n° 85 del 2006 ¿ la sua opera di ¿revisione giurisprudenziale¿ della normativa concernente la tutela penale del sentimento religioso (n° 508 del 2000, n° 327 del 2002 e n° 168 del 2005); la sentenza n° 329 del 2001, concernente l¿applicabilità della disciplina patrimoniale del matrimonio putativo ai casi di delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale; la decisione n° 346 del 2002 in materia di edilizia di culto; le ordinanze n° 389 del 2004 e n° 127 del 2006, concernenti l¿esposizione di simboli religiosi all¿interno di luoghi pubblici. Nel corso dell¿esame di queste e di altre pronunce che verranno analizzate, sarà vagliata l¿eventuale esistenza di linee di continuità ¿ o, all¿opposto, di rottura ¿ con la precedente giurisprudenza costituzionale in materia ecclesiastica, e nello specifico con i motivi di fondo e le affermazioni ricorrenti che l¿hanno caratterizzata: particolare attenzione, pertanto, sarà rivolta alle più recenti affermazioni della Corte in tema di principi supremi dell¿ordinamento costituzionale e, più specificamente, di laicità dello Stato con i suoi ¿riflessi¿.
I risultati della ricerca confluiranno nella pubblicazione di un volume che potrà costituire supporto didattico per gli studenti del corso di Diritto ecclesiastico.