Il demansionamento - spesso accompagnato da condotte vessatorie e discriminatorie nei confronti del lavoratore stesso - impedisce, da una parte, la piena utilizzazione della professionalità del prestatore di lavoro vittima della dequalificazione e, dall'altra, non consente l'arricchimento del suo patrimonio professionale. Il problema di fondo è ravvisabile nella lesione del diritto alla salute e nell'obbligo di tutela nei confronti del lavoratore che ha diritto a vedersi garantita la piena realizzazione della propria personalità professionale nel corso di tutta la propria vita lavorativa.
La dequalificazione professionale - consistente nell'assegnazione a mansioni inferiori o in un totale svuotamento di mansioni comportante una condizione di assoluta inattività del dipendente -determina una indubbia violazione dell'art. 2103 c.c. e vulnera il fondamentale diritto al lavoro inteso come <>.
Lo scopo della ricerca è quello di analizzare la casistica di inadempimenti datoriali posti in essere mediante forme differenti di dequalificazione professionale (da esaminare in base a: caratteristiche, durata, gravità, conoscibilità all'interno ed esterno del luogo di lavoro dell'operata dequalificazione, frustrazione di precisate e ragionevoli aspettative e occasioni di progressione professionale, eventuali reazioni poste in essere nei confronti del datore comprovanti l'avvenuta lesione dell'interesse relazionale, effetti negativi dispiegati nelle abitudini di vita del soggetto) e di valutarne l'importanza e il concreto impatto sotto il profilo del vulnus inferto alla professionalità del dipendente.
Riveste, pertanto, una vitale importanza la disamina approfondita dei danni risarcibili (ad es. danno alla professionalità, danno da perdita di chances, danno biologico, danno esistenziale) in conseguenza di violazioni del bene <> e del bene <> del dipendente. Con particolare riguardo al danno da perdita di «chance», si deve trattare di una perdita patrimoniale consistente in una <> ovvero il danno in questione deve commisurarsi alla perdita di quei vantaggi, in ragione del grado di probabilità di conseguire la promozione.