LA TRASFORMAZIONE DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE DA ISTITUZIONE MONETARIA A ISTITUZIONE FINANZIARIA INTERNAZIONALE
Progetto Istituito nel 1944 allo scopo di garantire la stabilità nei rapporti tra valute, il FMI ha conosciuto una considerevole evoluzione nelle sue attività. Il disegno originario legittimava l'organizzazione ad agire nei confronti dei membri che avessero adottato politiche valutarie contrarie all¿obbligo della stabilità dei tassi di cambio contemplato dallo Statuto; parallelamente, in caso di difficoltà di bilancia dei pagamenti, in particolare delle partite correnti, il Fondo poteva, su richiesta del membro interessato, fornire la valuta necessaria per far fronte allo squilibrio nei conti esteri, mentre correzioni nella politica economica decise dalle autorità nazionali avrebbero consentito di ristabilire le riserve valutarie necessarie ai pagamenti esteri. In una prima fase, la ricerca si propone di evidenziare i caratteri peculiari delle attività indicate, come concepite nel 1944, per mettere poi in evidenza l'evoluzione che esse hanno conosciuto nei decenni successivi.
L'entrata in vigore del secondo emendamento determina l¿abbandono dei tassi di cambio fissi e il rafforzamento della sorveglianza del Fondo sulle politiche valutarie. A partire da quella data, la stabilità nei rapporti monetari non è più assicurata da un regime delle parità centrali prescritto, e il suo perseguimento richiede una maggiore cooperazione tra Stati. Da qui l'esigenza di consentire al Fondo di esercitare una funzione di controllo attraverso la quale, indirettamente, intervenire sulle decisioni di politica valutaria dei suoi membri e su tutti gli ambiti di azione nell'economia che con questa politica presentino un collegamento.
Il sostegno alla bilancia dei pagamenti ha conosciuto importanti modifiche, non nelle modalità di realizzazione, ma nella ratio che guida le decisioni del Fondo. L¿integrazione dei mercati finanziari internazionali ha infatti radicalmente modificato le modalità di finanziamento da parte degli Stati delle proprie necessità di riserve valutarie, ricorrendo ai prestiti delle banche commerciali e alla collocazione di titoli di Stato presso investitori istituzionali nazionali e stranieri. Al contempo, la liberalizzazione finanziaria ha consentito anche agli operatori privati di accedere al credito di enti finanziari stranieri. Tali cambiamenti non hanno impedito il verificarsi di importanti crisi finanziarie, quali la crisi del debito estero dei paesi latino-americani degli anni ¿80 e ¿90 del XX secolo, la crisi del sud-est asiatico del 1997, della Russia del 1998 e del Brasile del 1999. Il FMI non è mancato di intervenire a sostegno dei conti con l¿estero dei suoi membri, seppur le difficoltà avessero origine non nelle partite correnti della bilancia dei pagamenti, quanto nei movimenti di capitali. Alla luce di ciò, la seconda parte della ricerca si propone di esaminare la legittimità di tali interventi rispetto allo Statuto del Fondo e alla disciplina ivi contenuta in materia di movimenti di capitali.