I bifosfonati sono farmaci per il trattamento di disordini ossei il cui impiego si è largamente diffuso negli ultimi 10 anni, per la capacità di ridurre significativamente l'ipercalcemia e la sintomatologia causate da metastasi di tumori solidi e mieloma multiplo, così come il riassorbimento osseo nell'osteoporosi. A partire dal 2003, sono apparsi in letteratura i primi casi di una forma particolare di osteonecrosi dei mascellari, fino ad allora sconosciuta, che colpiva esclusivamente pazienti in cura con bifosfonati, mostrando una grande resistenza ai trattamenti farmacologici e chirurgici. Frequentemente le lesioni esordivano in seguito a semplici interventi odontoiatrici (per lo più estrazioni), benché non fossero rari i casi apparentemente spontanei. A partire da quel momento il problema è stato oggetto di numerosi articoli (più di 600 pubblicazioni su PUBMED con la strategia di ricerca "osteonecrosis AND bisphosphonates").
Oggi sappiamo che il rischio è maggiore per i bifosfonati somministrati per via parenterale (in particolare pamidronato e zoledronato) e che cresce con la durata del trattamento. Interventi odontoiatrici, così come condizioni flogistiche locali, possono esser i fattori scatenanti la patologia, che rimane ancora orfana di un trattamento efficace e in molti casi risulta progressiva, caratterizzata da importante sintomatologia, gravemente invalidante e capace di influenzare in maniera severa la qualità di vita dei pazienti affetti. Il problema è tutt'altro che raro. Infatti i pochi studi disponibili sembrano indicare un'incidenza tra i pazienti in terapia con lo zoledronato tra il 5 e il 20% in tre anni.
Molto poco si sa dei meccanismi patogenetici alla base di questo problema. Si ritiene che l'inibizione del turn over osseo indotto dai farmaci renda inefficaci i normali meccanismi riparativi, in particolare in presenza di infezioni batteriche acute. Lo stesso metabolismo dei farmaci a livello dell'osso è poco chiaro e si ritiene che un loro accumulo possa giocare un ruolo importante nella patogenesi della malattia. Scopo di questa ricerca è quindi di verificare e quantificare il contenuto di bifosfonati a carico dei tessuti ossei affetti da questa grave patologia.
Pazienti e metodi. In occasione di interventi di sequestrectomia e curettage chirurgico delle lesione osteonecrotiche, verranno raccolti campioni di osso di pazienti affetti da osteonecrosi e con storia di trattamento con zoledronato e pamidronato. Dopo appropriata preparazione dei tessuti, la presenza e la concentrazione dei farmaci nell'osso malato verrà verificata per mezzo di HPLC MS (high performance liquid chromatography mass spectrometry) presso i laboratori della Sezione di Tossicologia Forense dell'Istituto di Medicina Legale. L'analisi dei risultati, oltre a fornire le prime indicazioni su questo importante aspetto della patogenesi dell'osteonecrosi, permetterà di migliorare la nostra conoscenza dei processi metabolici dei bifosfonati.