Tra i fattori noti che influenzano la sopravvivenza dei pazienti portatori di epatocarcinoma vi sono la dimensione e l¿invasione vascolare: tumori di piccole dimensioni (<3 cm), senza invasione vascolare, hanno una sopravvivenza a 5 anni del 50%, significativamente migliore delle lesioni angioivasive e di diametro maggiore. Stante la difficoltà di accertare l¿invasione vascolare su materiale bioptico, è ritenuto importante validare biomarcatori tissutali tumorali correlati all¿invasione vascolare e/o ad intrinseche caratteristiche di aggressività tumorale. Il ruolo attuale della biopsia epatica è quello di mero strumento diagnostico in quanto privo di informazioni biologiche predittive, clinicamente significative. Scopo del presente lavoro è trarre dal materiale bioptico non solo informazioni diagnostiche ma soprattutto predittive di andamento di malattia nonché di suscettibilità a terapie biologiche, così da poter pianificare e gestire in maniera ottimale le scelte terapeutiche del paziente con epatocarcinoma, indipendentemente dalle dimensioni dello stesso. Appare paradossale che a fronte di molteplici approcci terapeutici (trapianto, resezione, ablazione con alcol, calore e, da poco, terapia biologica) il trattamento dell¿epatocarcinoma sia fondamentalmente basato sulle caratteristiche macroscopiche del tumore, quali numero e dimensione delle lesioni. Il presente studio si basa dunque sulla analisi di espressione mediante indagini immunoistochimiche di una serie di marcatori tissutali da noi selezionati quali potenziali predittori di invasione vascolare (cosiddetti surrogate markers) e di intrinseca aggressività biologica. Tra questi fattori vi sono molecole di regolazione della proliferazione cellulare (BMI1, EZH2), adesione cellulare ed invasione vascolare (TUBULINalfa, TUBULINbeta, L1CAM, PDGFRalfa), metastatizzazione (MMP1, TIMP1, OSTEOPONTIN, MET, EZRIN, PAK1, SINUCLEINg). Per testare la sensibilità e la specificità di questi marcatori verranno utilizzati due microarray tissutali, che simulano strettamente la biopsia epatica per quantità del materiale a disposizione. Su detti microarray sono depositati a) 250 casi di epatocarcinoma insorto in cirrosi principalmente HCV-correlato e b) 144 casi di epatocarcinoma principalmente HBV-correlato. Gli array sono stati allestiti attraverso collaborazioni internazionali e di tutte le lesioni sono note le caratteristiche clinico-patologiche (stadiazione secondo i criteri di Barcellona, grado secondo Edmond-Steiner, dimensione del tumore, numero delle lesioni, invasione vascolare microscopica, presenza di metastasi intra ed extra epatiche) e il follow-up in termini di sopravvivenza complessiva e di ripresa di malattia.
La attesa è che questo studio possa dare indicazioni utili per consentire di trarre dalla biopsia epatica informazioni clinicamente significative per la gestione e trattamento del paziente cirrotico portatore di epatocarcinoma sia esso già accertato o in fase di accertamento.