Valutazione della funzione ipofisaria in pazienti con patologia intracranica in fase post-acuta
Progetto Numerosi studi hanno dimostrato una elevata prevalenza di alterazioni funzionali ipofisarie in soggetti affetti da patologie intracraniche che non coinvolgono la regione ipotalamo-ipofisaria: i dati della letteratura sono solidi e univoci per quanto riguarda i traumi cranici, meno definitivi per quanto riguarda le emorragie subaracnoidee. Solo dati sparsi e contraddittori riguardano le patologie tumorali intracraniche trattate chirurgicamente senza irradiazione, e le cerebrovasculopatie. Circa queste ultime, oltre a studi pilota che valutano la funzione ipofisaria nelle ore e giorni immediatamente successivi all'episodio acuto e a studi di popolazione che correlano alcuni polimorfismi genetici del sistema GH/IGF-I alla predisposizione all'ictus, esiste un solo studio svolto nella fase post-acuta in modo prospettico, correlando le alterazioni ormonali riscontrate con l'esito neurologico e riabilitativo. Appare quindi evidente l'interesse di chiarire le dimensioni del problema ed isolare fattori epidemiologici e clinici che permettano il riconoscimento della popolazione più a rischio di sviluppare complicanze ipofisarie, che potrebbe maggiormente giovarsi di indagini mirate, finalizzate ad una diagnosi tempestiva ed una terapia adeguata.
Obiettivi della ricerca, secondo un disegno prospettico, aperto, saranno i seguenti:
a) valutazione globale della funzione ipofisaria, eseguita intorno al 3° mese dall¿evento acuto (ictus o intervento neurochirurgico per patologia espansiva intracranica non della regione centrale) con eventuale ripetizione al 12° mese. Verranno determinati valori ormonali basali (FT4, anticorpi anti-tireoperossidasi, TSH, cortisolemia, FSH, LH, testosterone nei maschi, IGF-I, glicemia, colesterolemia totale, protidemia, albuminemia, transferrinemia, sodiemia, potassiemia, osmolarità plasmatici, cortisolo salivare, osmolarità e cortisolo libero urinario sulle urine delle 24 ore) ed alcune risposte ormonali a test provocativi (ACTH 1 mg i.m. per dosaggio della cortisolemia e Arginina + GHRH per dosaggio dell¿ormone della crescita). I dati ormonali saranno correlati con la localizzazione e la gravità della lesione, e con l'esito neurologico funzionale e riabilitativo;
b) raccolta dei dati anamnestici relativi a sede ed estensione della lesione, evoluzione del quadro clinico, punteggi di disabilità, complicanze in generale e neurovegetative in particolare; identificazione dei parametri clinici, neurologici e neuroradiologici più facilmente associati ad alterazioni neuroendocrine, al fine di disegnare successivamente uno studio di screening solo nei pazienti rientranti in specifiche categorie.