La ricerca proposta costituisce uno sviluppo di quelle degli anni precedenti e si inserisce in una più ampia ricostruzione dei percorsi dei diritti umani e fondamentali e della diffusione del linguaggio dei diritti nel dibattito pubblico contemporaneo. La ricerca riguarda in particolare i diritti detti economici e sociali che, quando effettivi, assicurano a chi ne è titolare l'accesso a determinate risorse nella forma di servizi (istruzione, cure e assistenza sanitaria, ecc.) o di trasferimenti in denaro (pensioni di invalidità o di anzianità, sussidi di disoccupazione, ecc.).
Da alcuni decenni si parla di una crisi dello Stato sociale in parte influenzata dai processi di globalizzazione economica, che, consentendo una maggiore mobilità dei capitali, pongono seri limiti alla capacità dello Stato di reperire le risorse necessarie ad adempiere a funzioni redistributive. Anche all'interno del dibattito teorico non manca chi, a fronte di una proliferazione dei diritti e delle loro rivendicazioni, sostiene una forma di "minimalismo", secondo cui il nucleo dei diritti umani includerebbe i soli diritti di libertà, autonomia e partecipazione politica mentre i diritti economici sarebbero al più diritti di seconda classe.
Talvolta, a sostegno di una tale posizione si adduce la discussa differenza tra diritti di libertà, autonomia e partecipazione politica e diritti economici: i primi fonderebbero solo doveri di astensione in capo allo Stato mentre i secondi, fondando doveri di prestazione, sarebbero più esposti al variare della disponibilità di risorse. In questo contesto, sembra importante esaminare le diverse posizioni sul fondamento dei diritti economici e sociali e la legittimità del prelievo fiscale attraverso cui lo Stato si procura le risorse necessarie a garantirli. Ci si può chiedere se essi costituiscano uno sviluppo necessario degli stessi principi che giustificano i diritti di libertà, autonomia e partecipazione politica-il che attesterebbe l'unitarietà del sistema dei diritti-, oppure se e quanto essi siano espressione di principi diversi e, nel caso, se essi siano complementari o contrapposti. Ciò comporta indagare in che misura i diritti economici e sociali siano riconducibili ai diversi ideali di giustizia e in che misura, invece, essi siano espressione di ideali di solidarietà. La relazione concettuale tra giustizia e solidarietà sarà indagata con riferimento al dibattito filosofico contemporaneo, in particolare alle concezioni "liberali" ( Rawls, Dworkin, Nussbaum,Van Parijs, ecc.).
Infine, una riflessione sui diritti economici non può non considerare il modo in cui differenze soggettive, quali il sesso, il colore della pelle, lo status di salute e le abilità individuali si traducano in diseguaglianze economiche e non domandarsi quando tali diseguaglianze siano giustificate e quando invece spetti allo Stato correggerle o compensarle, anche attraverso lo strumento dei diritti economici e sociali.