Il tabacco è stato introdotto in coltivazione come pianta ornamentale e medicamentosa, affermandosi poi come bene essenzialmente voluttuario.
Tra le piante agrarie, il tabacco ha una posizione non confrontabile con altre colture, e presenta singolari particolarità quali:
1. è una delle poche piante commercializzate solo per le foglie, considerate come l'unica parte di valore della pianta;
2. è la maggiore pianta non alimentare al mondo, con una produzione estesa ad una superficie che supera i 4 milioni di ha;
3.il suo consumo è basato sulla trasformazione delle foglie in prodotti da fumo, inalazione della polvere e masticazione;
Quali usi alternativi del tabacco recentemente sono stati indicati anche la produzione di proteine alimentari, mediante purificazione delle foglie e dei semi e l'estrazione di principi attivi farmacologicamente utili.
Le conseguenze negative in termini ambientali dell'uso del combustibile fossile e la disponibilità limitata di petrolio richiedono la ricerca di nuove fonti energetiche e tra questi i biocombustibili che, per la loro rinnovabilità, sono la scelta migliore in prospettiva futura.
Per quanto riguarda i biocombustibili di origine agricola, ad oggi si è lavorato sulla produzione di bioetanolo, le cui piante modello sono state individuate nella canna da zucchero, mais, frumento, patata, tapioca, bietola da zucchero, orzo, sorgo ecc. Alternativamente, ci si è indirizzati alla produzione di olio da combustione e biodiesel, a partire da specie oleaginose o non oleaginose comunque ricche in olio, quali soia, girasole, colza, arachide, lino, mais, sesamo, palma, palmisti, cocco, ricino, ecc.
Esiste però (ed è già in studio) la possibilità di ottenere piante di tabacco adatte ad una produzione molto elevata di seme, in modo tale da presentare:
- caratteristiche ideali per trasformare la pianta agraria tabacco da pianta per la produzione di foglie a pianta per la produzione di seme;
- capacità di produrre seme fino a raggiungere valori da 2 fino a 9 t/ha;
- un contenuto del seme in olio dal 38 fino al 60 % in peso;
- una bassa necessità di input agronomici per la difesa contro i parassiti e le infestanti.
Inoltre, date le piccole dimensioni del seme di tabacco (è tra i più piccoli dei semi delle piante coltivate) ci sarebbe la possibilità di estrarre l¿olio mediante spremitura con presse, raggiungendo valori di estrazione dall'80 al 95 %, garantendo al contempo la possibilità di realizzare l¿estrazione anche in piccoli impianti di tipo aziendale.
Da qui la necessità di mettere a punto la linea di meccanizzazione di questa coltura per la produzione di seme, e segnatamante per le fasi di raccolta e di spremitura dell'olio.