La sclerosi sistemica progressiva è una malattia cronica ed evolutiva, la cui caratteristica più evidente è l'indurimento e l'ispessimento della cute in zone più o meno estese della superficie corporea. La malattia colpisce spesso anche i visceri, soprattutto l'apparato gastrointestinale, i polmoni, i reni e il cuore. Queste localizzazioni, che possono essere silenti per anni, fanno della sclerosi sistemica una malattia grave, invalidante, a volte fatale. Alla fibrosi della cute e degli organi interni, provocata da un'incontrollata produzione di proteine del tessuto connettivo e della matrice extracellulare ad opera dei fibroblasti, si associano caratteristiche alterazioni vascolari, localizzate soprattutto a livello del circolo arterioso più periferico (arteriole e capillari). La sclerosi sistemica ha un'incidenza tra 0.06 e 1.9 casi per 100.000. A causa della sua rarità mancano studi sistematici su meccanismi biochimici e molecolari; in particolare gli unici due lavori che hanno seguito un approccio proteomico si sono limitati alla ricerca di marcatori di patologia nel lavaggio broncoalveolare. In questa prospettiva abbiamo programmato uno studio dettagliato dei meccanismi patogenetici in collaborazione con la Sezione di Reumatologia del Dipartimento di Medicina Interna dell'Università degli Studi di Firenze che per la diagnosi ed il trattamento della sclerosi sistemica costituisce il centro di riferimento per tutta Italia. Il primo tipo di campione che inizieremo ad analizzare nei prossimi mesi sono PBMC (peripheral blood mononuclear cell) ovvero i linfociti e monociti separabili dagli altri elementi figurati del sangue e dal plasma per flottazione su ficoll. Il razionale per la scelta di questi tipi cellulari come campione risiede non solo nella possibilità di ottenere buone quantità di materiale con procedure minimamente invasive ma anche nei dati di letteratura. Questi riportano alterazioni nell'espressione a livello di membrana delle molecole di adesione ed un'interazione anomala con la parete vascolare nel microcircolo. Prenderemo in considerazione un ugual numero di controlli e di patologici; di questi ultimi considereremo campioni raccolti sia in assenza di trattamento farmacologico sia dopo somministrazione di un antagonista recettoriale dell'endotelina. La separazione delle proteine del lisato cellulare avverrà per elettroforesi bidimensionale, secondo le procedure messe a punto e correntemente utilizzate nel nostro laboratorio. Dopo analisi densitometrica della pattern proteica colorata e valutazione statistica della significatività delle differenze tra gruppi, le proteine presenti nelle macchie rappresentate in modo diverso nei tre tipi di campioni verranno identificate per spettrometria di massa dopo digestione triptica nel gel.