Possibile ruolo della genotipizzazione APO-E nella diagnosi differenziale e nella prognosi del Mild Cognitive Impairment.
Progetto Il decadimento cognitivo è una delle condizioni più frequenti ed invalidanti nell'anziano. Al quadro conclamato di demenza si giunge in genere attraverso un percorso più o meno lento di impoverimento delle facoltà cognitive, inizialmente non interferente con la vita quotidiana e poi sempre più intrusivo in essa, fino alla dipendenza più totale. Nella maggior parte dei casi il processo neurodegenerativo sottostante inizia senza un evento preciso noto e da lì procede inesorabilmente, per ora senza possibilità di arresto. Numerose sono le diverse demenze neurodegenerative, prima fra tutte la forma senile più diffusa, l'Alzheimer (AD), accanto alla quale esistono numerose forme altrettanto severe, spesso presenili, alcune delle quali incluse fra le malattie rare, quali la degenerazione corticobasale (CBD) e la paralisi sopranucleare progressiva (PSP), altre più diffuse quali la demenza da degenerazione lobare frontotemporale (FTLD), e la demenza a corpi di Lewy (LBD). Tutte queste specifiche entità patologiche, in maniera più o meno evidente sono precedute da un iniziale depauperamento cognitivo codificato come mild cognitive impairment (MCI), di cui esistono forme amnestiche (aMCI), verosimile preludio dell'AD, ed altre non amnestiche (naMCI), potenziali stadi prodromici delle altre demenze degenerative. Il gruppo di ricercatori di ambito neurobiologico attivo presso l'UO dell'Ospedale L. Sacco, ha costituito in questi anni una banca biologica di emoderivati di pazienti sia con demenza conclamata, sia in fase di MCI (circa 500 pazienti in totale). Studi precedenti di tale gruppo, già presentati a diversi congressi internazionali, hanno messo in evidenza su piccoli campioni provenienti da altri centri clinici l'associazione fra l'allele E4 di ApoE e l'MCI amnestico rispetto al naMCI. Il ruolo di ApoE nella patogenesi di varie forme di demenza è ampiamente studiato. Il gruppo proponente ha già presentato studi in tal senso sulle forme conclamate di demenza in cui si confermava l'allele E4 quale fattore di rischio per lo sviluppo di AD e di rafforzavano le evidenze sul ruolo di E2 che sembra essere invece protettivo rispetto ad AD [Lovati C et al., Neurology - 68 (12) suppl. 1: A309 (2007)].