Il nostro gruppo di ricerca ha recentemente acquisito uno spettroscopio ESR spin trapping MS200 che permette di misurare, secondo una metodica puramente chimico-fisica, l'attività antiossidante (anti-ROS) di sostanze sia naturali che di sintesi.
In breve, il metodo consiste nel generare un pool di radicali .OH tramite una reazione redox ciclica o reazione di Fenton catalizzata da un metallo di transizione come Fe++ : Fe2+ + H2O2 ¿ Fe3+ + OH- + .OH Si procede poi a bloccare gli .OH con DMPO (5,5-dimetilpirrolidin-N-ossido).
Ne risulta un addotto DMPO¿.OH che dà origine ad un quartetto di risonanza, avente 1:2:2:1 di intensità relative che, alla lettura nello spettrofotometro ESR, origina all'equilibrio un caratteristico diagramma a quattro picchi, il quale costituisce il valore di riferimento per ogni successiva misura.
L'aggiunta di una sostanza dotata di attività anti-ROS, disciolta in opportuni solventi, provoca un abbassamento dose-dipendente dell'altezza dei picchi, che misura (%) con precisione la capacità scavenger.
In alternativa, anziché ad una reazione di Fenton, generatrice di radicali OH, si può ricorrere ad un radicale libero di minor interesse biologico, ma più stabile e quindi più maneggevole, come il DPPH (radicale 1,1-difenil-2-picrilidrazil), che in spettrofotometro ESR dà origine ad un caratteristico spettro a sei cuspidi.
Presso l'università di Milano sono state sintetizzate originali molecole a struttura aldeidica poliinsatura aventi attività antiossidante.
Precedenti nostre esperienze hanno permesso di stabilire che le molecole più attive di questa serie strutturale sono l'octanale con doppi legami coniugati in posizione 2, 4, 6 (octatrienale) ed il decanale 2, 4, 6, 8 (decatetraenale). Di queste due molecole sono ora disponibili numerosi derivati che ne aumentano solubilità e velocità di assorbimento in vivo.
Si intende pertanto determinare se le modifiche apportate alle molecole-base abbiano comportato una perdita o comunque una modifica dell'attività anti-ROS.
Particolarmente interessante sarà la comparazione tra i dati "assoluti" ottenuti tramite lo spettroscopio ESR e quelli risultanti da metodiche più tradizionali eseguite in parallelo.
A tal riguardo, si intende eseguire il citato classico test al DPPH., radicale organico dell'azoto, di colore rosso scuro. La lettura dell'inibizione della sua attività da parte di molecole anti-ROS può essere eseguita sia con apparato ESR sia, più semplicemente, come calo di assorbanza a 515 nm.
In parallelo verranno inoltre eseguiti tests di chemiluminescenza.
Ricordiamo che questa categoria di tests si basa sulla reazione tra i radicali dell'ossigeno e markers in grado di dare origine a composti con livelli energetici tali da emettere luce: ogni composto che blocchi i radicali al momento della loro generazione produrrà un abbassamento dell'intensità luminosa. Il marker più usato in tests di questo tipo è il luminol.