La ricerca si propone di riprendere la teoria dell'efficacia cosiddetta "orizzontale" dei diritti fondamentali per adattarla alle formazioni sociali "virtuali" che compongono quello che viene chiamato, in gergo informatico, il "metaverso", con particolare attenzione alla "blogosfera" e a "Second Life".
Come quella teoria ha analizzato le forme di tutela dei diritti fondamentali non solamente nella dialettica "verticale" fra cittadino e Stato, ma anche nell'ambito di quei rapporti giuridici intessuti dal singolo con alcune formazioni sociali (sindacati, partiti politici), che, formalmente caratterizzati da schemi di diritto privato (secondo la logica della parità delle armi fra i contraenti), presentano, in realtà, situazioni di significativo squilibrio (perchè uno dei due soggetti, per ragioni di contratto, o di autorità o di semplice posizione, assume un carattere dominante), così questa ricerca si propone l'obiettivo di verificare in che termini, con quali modalità e secondo quale ricostruzione teorica è possibile oggi tutelare determinati diritti di libertà individuale anche nei confronti di quelle formazioni sociali "virtuali" che si caratterizzano per avere natura privata e meccanismi di adesione apparentemente basati sulla falsariga della "proposta/accettazione" (come càpita con l'iscrizione a uno specifico "blog", oppure al mondo virtuale di "Second Life"), ma rispetto alle quali il soggetto "aderente" si trova in un'analoga posizione di inferiorità (l'iscritto al "blog" o chi partecipa a "Second Life", infatti, ha poca possibilità di incidere sui meccanismi di funzionamento del sistema e sulle regole "private" che lo disciplinano).
Anche nella "realtà virtuale", infatti, si possono verificare situazioni rilevanti dal punto di vista costituzionale: basti pensare all'attività che si svolge sui "blog", che riguarda, in molti casi, forme di partecipazione politica e sociale, e che comunque coinvolge la libertà di manifestazione del pensiero; mentre, nell'ambito di "Second Life", dal momento che si concludono anche transazioni di notevole rilevanza economica su beni "virtuali", vengono in rilievo, oltre agli altri, i diritti di proprietà privata e di libera iniziativa economica; senza contare, poi, in generale nelle comunità virtuali, i diritti legati alla protezione dell'identità personale.
Si pone peraltro il problema, che la ricerca dovrà affrontare, di quale possa essere la "norma fondamentale" che riconosce i diritti individuali in questione e che regola i rapporti fra "autorità privata" e libertà rispetto alle formazioni sociali "virtuali", dal momento che, mentre quelle "reali" operano all'interno dello Stato-nazione, retto dalla sua Carta fondamentale (nel nostro Paese, sarebbero invocabili gli artt. 2 e 3 Cost.), le formazioni "virtuali" si sviluppano in una realtà ampiamente "de-territorializzata", su scala "internazionale", rispetto alla quale appare perciò necessario far riferimento a forme di tutela "multilivello" dei diritti.