Il successo dell'utilizzo della metodica microarray per la genotipizzazione delle lattoproteine bovine (Brevetto n.MI2006A000529) ha incoraggiato l'applicazione della procedura anche nella specie caprina. Allo scopo dopo una fase preliminare per l'individuazione di soggetti caprini con funzione di controllo per la messa a punto della tecnica è stato allestito un microarray per l'indagine del polimorfismo del locus alfa-S1 caseina. Per tale locus sono stati incorporati SNPs (Single Nucleotide Polymorphisms) atti a discriminare i principali alleli presenti nelle razze cosmopolite suddivisi in alleli forti (n. 9), intermedi (n. 2), deboli (n. 2) e nulli (n. 3). Dopo la difficoltà iniziale, di associare le amplificazioni, riducendo tempi e dispendi economici, per produrre una tecnologia con elevata potenzialità al momento ancora in fase sperimentale, si intende ottimizzare ulteriormente la tecnica per approfondire l'indagine del polimorfismo lattoproteico incorporando altri SNPs in grado di discriminare alleli del locus beta-caseina quali le varianti A, C ed E, associate ad un normale contenuto di proteina e le varianti 0 e 0'. L'approccio utilizzato, basato su una reazione di legazione (LDR) combinata con un microarray universale (UA), si mostra efficace anche per questo tipo di studio. Il microarray che ne può derivare verrebbe applicato per la tipizzazione della razza a maggior diffusione nel nostro territorio (Camosciata) e per alcune razze locali (Orobica, Verzasca, Saanen, Frisia). La realizzazione di un microarray caprino per l'indagine dei loci lattoproteici risulta particolarmente interessante quale metodo innovativo per lo studio del polimorfismo genetico della specie estremamente polimorfica, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, e per l'individuazione del suo assetto aplotipico. Presupposto, questo, indispensabile per l'impostazione di linee caprine adatte a specifiche esigenze di produzione quali latte da destinare alla caseificazione, latte "umanizzato" e latte ipoallergenico.