Individuazione di nuove regioni e potenzialmente nuovi geni candidati per Autismo, attraverso l'individuazione di anomalie cromosomiche criptiche mediante tecniche genomiche di citogenetica molecolare
Progetto L'Autismo (AD) (MIM 209850) è un grave disordine dello sviluppo neurologico, con esordio entro i 3 anni di vita e una prevalenza di circa 3/1000 nati vivi. I segni caratterizzanti sono: ridotta interazione sociale e comunicazione (verbale e non), ristretto repertorio di interessi e comportamenti stereotipati. Evidenze ottenute da diversi studi suggeriscono che fattori genetici giocano un ruolo importante nella suscettibilità all'AD, attraverso l'interazione con fattori esogeni, secondo un modello di eredità multifattoriale.
Poiché il numero di geni noti che contribuiscono all'AD idiopatico è inferiore rispetto alle regioni candidate individuate mediante analisi di linkage, ci prefiggiamo di ricercare regioni genomiche e/o candidati posizionali predisponenti o responsabili di AD, mediante l'identificazione di riarrangiamenti bilanciati e non.
Metodo
- Diagnosi e caratterizzazione fenotipica di un campione di pazienti afferenti allo spettro dei disturbi autistici mediante scale di valutazione clinica, quali ADOS (Autism Diagnostic Observation Schedule) e ADI (Autism Diagnostic Interview).
- Nei pazienti con AD idiopatico e cariotipo normale verranno ricercate:
1) possibili aneuploidie submicroscopiche mediante array-CGH in grado di individuare aberrazioni del numero di copie di sequenze genomiche. Le anomalie riscontrate verranno validate mediante FISH o mediante PCR quantitativa e i risultati ottenuti elaborati per discriminare tra aneuploidie con un effetto causativo e CNPs (Copy Number Polymorphisms), ovvero varianti polimorfiche di numero contenenti spesso più geni, alcune delle quali riteniamo potrebbero essere dei fattori predisponenti allo sviluppo di patologie multifattoriali come l'AD.
2) riarrangiamenti bilanciati quali inversioni nella regione 15q11-13, già associata all'AD. Attualmente mediante i-FISH sono stati testati 39 pazienti AD e 46 controlli ed individuata una inversione di 1,5 Mb in 15q13, con una frequenza significativamente più alta nei pazienti AD (13%) rispetto ai controlli (2%). In base a questo risultato ipotizziamo che l'inversione polimorfica possa costituire un fattore predisponente all'AD, essendo stata riscontrata in tutti i gruppi studiati: pazienti AD, pazienti AD con RM e pazienti AD ad alto funzionamento. Lo studio continuerà nel capire come questa inversione possa contribuire al fenotipo AD, valutando un'eventuale modificazione nell'espressione dei geni fiancheggianti i punti di rottura, considerati dei buoni candidati funzionali e posizionali per l'AD, mediante l'analisi quantitativa dell'espressione genica e delle eventuali modificazioni epigenetiche delle regioni promotrici dei geni candidati.
Con entrambi gli approcci sarà possibile evidenziare geni candidati la cui espressione anomala potrebbe contribuire all'insorgenza di patologie di tipo neurocomportamentale, contribuendo a far luce sulle complesse vie biologiche che sono alla base dell'autismo.