Dinamica delle esportazioni e costi commerciali nell'industria alimentare italiana: una analisi attraverso micro-dati aziendali
Progetto I recenti studi sul comportamento delle imprese nei mercati internazionali hanno contribuito a sviluppare nuovi modelli interpretativi del commercio che pongono l'impresa e le sue caratteristiche al centro dell'analisi. Si parte dalla semplice constatazione che non sono né i paesi né i settori a commerciare, bensì le imprese, e che solo le imprese in grado di far fronte ai costi di esportazione possono esportare. Tale ambito di ricerca, denominato 'new new trade theory', offre nuove ed interessanti interpretazioni sulle cause e le conseguenze del commercio internazionale, con importanti implicazioni per le riforme di politica commerciale e di politica industriale. Elemento innovativo di questi modelli è la distinzione tra il numero delle imprese che esportano (margine estensivo) e il volume esportato da ogni impresa (margine intensivo), distinzione non presente nei modelli tradizionali, che si basano sull'assunzione che le imprese siano omogenee e simmetriche e dunque tutte potenziali esportatrici. Ciò consente di valutare come i due differenti 'margini' commerciali reagiscono alla variazione dei costi commerciali (per es. tariffe): varia il numero delle imprese che esportano o varia il volume degli scambi di chi già esportava?
In questo quadro, l'interesse nello studio delle dinamiche dell'industria alimentare deriva da due principali considerazioni. In primo luogo, dal ruolo prominente che questo settore riveste sia a livello europeo che italiano all'interno del settore manifatturiero. In secondo luogo, dal fatto che l'alimentare, più di ogni altro settore del manifatturiero, è oggi soggetto ad una crescente pressione competitiva, come risultato degli intensi processi di liberalizzazione commerciale in seno all'Organizzazione mondiale del commercio.
Obiettivo della ricerca è analizzare le relazioni tra produttività settoriale, internazionalizzazione delle imprese e politiche commerciali nei settori dell'industria alimentare italiana, ricorrendo a firm-level data, contribuendo a far luce su alcuni importanti interrogativi: quali sono i vantaggi/svantaggi che potrebbero derivare dall'imminente processo di riduzione delle barriere commerciali?, quali i suoi riflessi sugli investimenti diretti esteri sia in entrata che in uscita?, Quali gli effetti della crescente diffusione di standards pubblici e privati sulla struttura del settore?. Parallelamente, grazie alla già avviata collaborazione con un gruppo di ricercatori francesi dell'INRA di Nantes, lo studio si propone di confrontare la realtà italiana con quella francese, paese che nel settore alimentare rappresenta uno dei nostri principali competitors sul mercato europeo e mondiale.
L'apporto originale a questa letteratura dei risultati attesi scaturisce dal fatto che ad oggi sostanzialmente non esistono o sono rari gli studi che ricorrrono a micro-dati aziendali per analizzare il comportamento internazionale delle imprese dell'industria alimentare.