Valutazione della prognosi a breve e lungo termine nella leucemia mieloide acuta dell'adulto
Progetto Le leucemie costituiscono un insieme eterogeneo di malattie caratterizzate dalla proliferazione neoplastica di una cellula staminale emopoietica, del midollo osseo. A seconda della linea cellulare verso cui evolve il clone leucemico si parla di leucemia mieloide o linfoide. Un'altra distinzione è basata sul decorso della malattia, si distinguono pertanto leucemie acute e croniche. In particolare la leucemia mieloide acuta non trattata ha una prognosi rapidamente infausta: risultati soddisfacenti sono stati raggiunti con la radio-chemioterapia e l'eventuale trapianto di midollo osseo.
Molto poco è noto riguardo all'eziologia di tali malattie. Gli ultimi anni sono stati testimoni di come alterazioni genetiche, sia numeriche che strutturali, siano fondamentalmente implicate in tale processo. Sul piano biologico, le nuove tecniche biomolecolari, integrate a metodiche di citogenetica, permettono di valutare per un numero crescente di casi la presenza di alterazioni di rilevanza prognostica, nonché di valutare con maggiore accuratezza la malattia minima residua. Rispetto alla citogenetica convenzionale, le metodiche su menzionate consentono inoltre di evidenziare alterazioni criptiche o sub-microscopiche in pazienti con cariotipo apparentemente normale.
La conoscenza di specifiche lesioni a livello citogenetico e molecolare, congiuntamente con fattori prognostici clinici, noti dalla letteratura, sono fondamentali per la comprensione del meccanismo di leucemogenesi e per l'individuazione di terapie targhet.
Le linee guida identificano un protocollo per il trattamento della LAM nell'adulto fin dall'esordio. Dopo un breve pre-trattamento i pazienti sono avviati ad un primo trattamento di induzione, con l'obbettivo di eradicare la malattia. Se il soggetto è in fase di remissione parziale verrà avviato ad un secondo ciclo di terapia, altrimenti verrà avviato a terapia di salvataggio. I soli pazienti che raggiungono una guarigione completa potranno iniziare il trattamento di consolidamento e quindi il trapianto. I pazienti sono quindi tenuti in follow-up, ed eventuali eventi avversi registrati.
L'obiettivo della ricerca è quello di identificare un approccio metodologico originale, valutata la complessa struttura del protocollo, che coinvolga diverse tecniche modellistiche, e che permetta di valutare per i diversi endpoint clinici i fattori prognostici e/o di rischio. In una prima fase, si cercherà di valutare la risposta al trattamento di induzione, tramite un modello logistico a risposta multipla. Successivamente si valuterà la prognosi a lungo termine, per l'eventuale insorgenza di una recidiva o morte in remissione, tramite modelli di sopravvivenza in presenza di dati censurati, per eventi che competono tra loro.
Le basi di dati a cui si farà riferiemnto sono riferibili ai progetti di collaborazione Nazionale ed Internazionale (BIOPATTERN EU NoE)che coinvolgono il gruppo di ricerca.