Valutazione della possibile trasformazione neoplastica delle lesioni infiammatorie croniche esofagee e gastriche caratterizzate dalla presenza di metaplasia intestinale nel cane e nel gatto (continuazione anno precedente).
Progetto La metaplasia intestinale (MI) rappresenta la sostituzione delle cellule della mucosa esofagea o gastrica da parte di cellule epiteliali istologicamente simili a quelle della mucosa intestinale. Essa viene classificata come completa (tipo I) o incompleta (tipi II e III) in funzione dei tipi cellulari presenti e dell'aspetto delle cripte. La MI può essere rilevata istologicamente sia a livello esofageo che gastrico in concomitanza a lesioni infiammatorie croniche. A livello esofageo la MI completa, assimilabile all'esofago di Barrett dell'uomo, è una rara condizione patologica finora osservata e descritta dal proponente solo nel gatto, associata ad esofagite cronica da reflusso gastro-esofageo. La sostituzione dell'originario epitelio squamoso con epitelio colonnare metaplastico viene considerata nell'uomo come lesione pre-cancerosa mentre negli animali questa relazione non è ancora stata dimostrata. A livello gastrico si ritiene invece che la MI possa rappresentare nell'uomo un meccanismo di difesa nei confronti di Helicobacter pilori, la cui presenza è costantemente associata a gastrite cronica. L'infezione da helicobacter pilori aumenta di circa sei volte il rischio di sviluppo di carcinoma gastrico (CG) ed è pertanto considerato un importante fattore carcinogeno. Tuttavia l'eziopatogenesi della MI nell¿uomo non è stata ancora completamente chiarita in quanto probabilmente oltre all'infezione cronica da Helicobacter pilori giocano un ruolo altrettanto importante fattori ambientali e immunitari. A conoscenza degli autori, la MI gastrica è stata precedentemente descritta in letteratura veterinaria solo nell'hamster siriano e non ne è mai stato valutato il ruolo nella carcinogenesi gastrica nel cane e nel gatto.
I risultati ottenuti dall¿analisi retrospettiva condotta su 307 referti istologici relativi a esofago-gastropatie in 240 cani e 67 gatti, che hanno evidenziato la presenza di MI in 37 casi (32 cani e 5 gatti) e la coesistenza di MI e CG in quasi il 10% dei soggetti (2 cani e 1 gatto) e la dimostrazione della progressione della MI in senso neoplastico (AC) in un caso, indicano che anche in medicina veterinaria questa lesione sarebbe meritevole di ulteriori approfondimenti per cercare di chiarire il ruolo svolto dalla MI nella carcinogenesi gastrica ed esofagea. A tal fine ci si propone di valutare l'ulteriore incidenza ed evoluzione di questa lesione in soggetti che giungono alla nostra osservazione con sintomi quali rigurgito, vomito cronico eventualmente associato a diarrea cronica, mediante un iter diagnostico comprendente esame ematologico, urinario, coprologico ed eventuale esame radiografico e/o ecografico dell'addome e prelievo di biopsie per via endoscopica mediante l'ausilio di cromoendoscopia (tecnica che permette di mettere in evidenza le alterazioni superficiali della mucosa mediante l'applicazione di sostanze coloranti che riescono ad essere captate dai tessuti).