Che la società e la cultura di età ellenistica e imperiale siano fortemente impregnate di "teatralità", è ben noto agli studiosi. Soprattutto in età greco-romana, l'esperienza spettacolare e visiva alimenta l'immaginario collettivo, influenza le scelte politiche, ha conseguenze importanti anche nella vita quotidiana. Naturalmente, anche la letteratura è stata indagata in questa prospettiva. Molti studi sono stati dedicati alla "cultura teatrale" degli scrittori di età greco-romana, in particolare di quelli che più sembrano sensibili alla dimensione spettacolare. Per esempio, sono state raccolte e discusse le citazioni tragiche e comiche presenti nell'opera di Plutarco; in alcuni dialoghi dei Moralia sono state individuate strutture teatrali, tragiche e comiche, così come nelle "grandi scene" delle Vite si è riconosciuta una forte ricerca di teatralità, ispirata dalla conoscenza diretta della letteratura drammatica. L'esperienza visiva (del vedere e dell'essere visti) è alla base della scrittura romanzesca (greca e latina), come molti studiosi rilevano; gli stessi romanzieri utilizzano spesso la terminologia teatrale per connotare le tortuose vicende narrate o le simulazioni poste in atto dai personaggi, e la memoria dei testi teatrali classici è molto forte.
Partendo da questi presupposti, ci si propone di approfondire alcune tematiche connesse con la dimensione visiva e teatrale della letteratura imperiale. Ci si occuperà in particolare di Plutarco e del romanzo greco. Ricostruita la "biblioteca teatrale" di Plutarco sulla base delle citazioni tragiche e comiche, si confronteranno questi dati con quelli relativi alle testimonianze della sopravvivenza teatrale dei drammi attici. Si cercherà quindi di ricostruire l'esperienza teatrale di Plutarco quale lettore di drammi e quale spettatore di performances, e di trasferire queste nozioni all'analisi della dimensione "visuale" sia dei Moralia che delle Vite. Direzioni collaterali della ricerca saranno la ricognizione del lessico teatrale di Plutarco e la discussione delle strutture drammatiche utilizzate nella costruzione delle biografie e dei dialoghi. Per ciò che riguarda il romanzo greco, si procederà a recensire le metafore teatrali utilizzate dai romanzieri, per definire il "lessico di scena" che nel romanzo connota le vicende dei protagonisti e il gioco della fortuna, ma anche l'azione narrativa dello scrittore. L'obiettivo finale è però quello di discutere sistematicamente la sensibilità visiva che ispira i romanzieri. La nostra ipotesi è che alla base di questa sensibilità vi sia una intensa esperienza di performances. Si cercherà di individuarne le fonti, cioè le forme di spettacolo che possono avere alimentato la cultura teatrale dei romanzieri.