Plasma povero in piastrine e rigenerazione ossea: un possibile nuovo approccio terapeutico?
Progetto La capacità del tessuto osseo di rigenerarsi è ampiamente descritta e utilizzata in clinica per ripristinare il tessuto stesso in sedi deficitarie (chirurgia ortopedica, patologie parodontali). L'impiego di derivati piastrinici (plasma ricco in piastrine, PRP) è da anni nella pratica clinica come adiuvante di processi rigenerativi. Recenti studi del nostro e di altri laboratori hanno dimostrato che il PRP possiede in vitro effetti chemiotattici e mitogeni su cellule osteoblastiche, prevalentemente da ascriversi ai molteplici fattori di crescita di cui il PRP è ricco.
Ben poco emerge invece dalla letteratura in merito all'altra componente di derivazione plasmatica, il PPP (plasma povero in piastrine). Esso è, per definizione, la frazione di plasma deprivata della componente piastrinica e pertanto anche dell'insieme di fattori di crescita responsabili dell'azione del PRP. I pochi lavori pubblicati sul ruolo del PPP nei processi rigenerativi descrivono un effetto di tipo proliferativo su una linea cellulare di osteosarcoma umano e su colture primarie di preadipociti umani; non è noto quali fattori di crescita siano responsabili di tali effetti.
Studi preliminari condotti nel nostro laboratorio sulla linea cellulare di osteosarcoma umano SAOS-2, ci hanno permesso di appurare che il PPP costituisce uno stimolo chemiotattico di intensità notevole, dose-dipendente, quasi del tutto paragonabile a quello esercitato dal PRP. L'effetto è probabilmente dovuto ad una o più molecole di natura proteica, termolabili, dato che il riscaldamento annulla, praticamente del tutto, la risposta migratoria. La caratterizzazione (mediante saggi Elisa) della composizione in fattori di crescita del PPP, ha permesso di evidenziare che di tutti i principali fattori di derivazione piastrinica, solo IGF-I sembra essere presente in abbondanza anche nel PPP.
Lo scopo di questo progetto sarà quindi quello di 1) valutare se l'effetto chemiotattico dimostrato dal PPP sulle cellule SaOS-2 sia ascrivibile di fatto a IGF-1 e 2) caratterizzarne l'azione chemiotattica e, in modo particolare chiarire se IGF-1 sia in grado di agire da solo o richieda la compartecipazione di altre molecole, quali la glicoproteina Vitronectina e le proteine di trasporto IGFBPs.
Il sistema sperimentale sarà costituito dalla linea cellulare SAOS-2 e la migrazione valutata mediante microchemiotassi in camera di Boyden utilizzando una membrana con pori di 8 µm e concentrazioni crescenti di IGF-1 ricombinante come agente chemiotattico. Il coinvolgimento dello specifico recettore IGF-IR sarà analizzato mediante preincubazione delle cellule da sottoporre a saggio di chemiotassi con un anticorpo specifico per il recettore stesso. La partecipazione della vitronectina, delle IGFBPs e dei complessi da esse formate con IGF-1 sarà dapprima screenata mediante separazione del PPP in frazioni di diverso peso molecolare (50000, 30000, 10000 Da) e poi caratterizzata mediante l'uso della specifica proteina ricombinante.