La ricerca proporrà una interpretazione in chiave geopolitica dell'instabilità del contesto internazionale del nuovo secolo.
Le interpretazioni dominanti, tanto nell'analisi delle Relazioni Internazionali quanto nel dibattito pubblico, restano divise su quali siano le ragioni determinanti dell'instabilità: se la coesistenza di multipolarismo e unipolarismo, o le fragilità della "condizione unipolare", o l'inizio di una lunga stagione di "conflitti di civiltà", o la crisi radicale del sistema interstatale e la sua sostituzione con un modello alternativo di convivenza internazionale (il governo mondiale di Wendt, l'Impero di Hardt e Negri, il "Nuovo Medioevo" di Bull). Ma quello che le interpretazioni dominanti continuano a dare per scontato è che il sistema internazionale conservi (anzi per molti versi accentui) la sua dimensione globale: tanto che proprio la ricerca di nuove forme di governance globali sembrerebbe essere la via obbligata per la ricostruzione di un nuovo ordine internazionale.
Proprio questo presupposto sarà rimesso in discussione nella ricerca. La tesi di partenza è che, a differenza che nella dimensione economica, nella dimensione politica, strategica e ideologica il sistema internazionale sia molto meno globalizzato oggi di quanto non fosse fino a quindici anni fa. La straordinaria - perché storicamente eccezionale - coerenza del sistema internazionale bipolare ha lasciato posto a un sistema internazionale nel quale le diverse aree regionali continuano a essere in contatto tra loro grazie alla globalizzazione dell'economia e dell'informazione, ma nel quale ogni regione tende sempre di più ad abbracciare attori, interessi, conflitti e linguaggi diversi.
Una volta individuati fattori e indicatori di questa scomposizione geopolitica, la seconda parte della ricerca sarà interamente dedicata alle sua conseguenze, cioè alla spiegazione alternativa dell'instabilità del contesto internazionale attuale. In primo luogo, si vedrà come la scomposizione geopolitica agisca sui diversi contesti regionali, accentuandone le differenze istituzionali e alimentando nuove competizioni di sicurezza. In secondo luogo, e reciprocamente, si esaminerà la ricaduta della scomposizione sul rendimento e sulla legittimità delle diverse forme di governance globale, da quelle delle organizzazioni e dei regimi internazionali a quelle dell'unica superpotenza rimasta. Infine, si analizzeranno i nuovi rapporti (e le nuove tensioni) tra dimensione globale e dimensioni regionali, cercando di individuare anche alcuni possibili scenari futuri.