Il processo di integrazione giuridica europea, delineando un nuovo ed ancora instabile equilibrio tra le fonti del diritto, incide direttamente anche sul contenuto del principio di legalità in materia penale: anzitutto, e soprattutto, nella sua accezione più stretta, riconducibile alla garanzia della riserva di legge (il nullum crimen sine lege) rispetto alla quale si pongono le problematiche relative ai possibili effetti riduttivi, espansivi o comunque anche indirettamente integrativi del precetto penale da parte del diritto comunitario. In secondo luogo, ad essere interessato è l'altro fondamentale corollario della legalità (in senso lato) che è il principio di irretroattività della legge penale, che, nel nostro ordinamento nazionale, esige un adeguamento delle proprie garanzie all'incidenza sempre più diffusa del diritto giurisprudenziale comunitario. In terzo luogo, nel nucleo dei principi fondamentali della legalità penale europea sembra trovare posto anche quello di retroattività della lex mitior, in quanto parte integrante(a detta della Corte di Giustizia) delle "tradizioni costituzionali comuni" degli Stati membri e che invece è rimasto fino ad oggi fuori dalla rosa dei principi penalistici dotati di rilevanza costituzionale nell'ordinamento italiano.
Alla luce di quanto illustrato, la ricerca si propone di verificare la realtà della supposta mutazione in atto della legalità penale, con specifica attenzione alla irretroattività della legge sfavorevole e alla retroattività della legge favorevole: in particolare, attraverso uno studio della giurisprudenza della Corte di Giustizia, che metta in luce i termini in cui effettivamente possano essere prodotti effetti giurisprudenziali in malam partem (conseguenti soprattutto a sentenze interpretative della Corte in via pregiudiziale) rispetto ai quali è necessario estendere le garanzie del divieto di retroattività; garanzie, peraltro, che pure potrebbero eventualmente venire in gioco (anche questo aspetto sarà pertanto oggetto di indagine) nel quadro del vincolo di "interpretazione conforme" al diritto comunitario anche in materia penale.
In una diversa prospettiva, sempre legata alla 'evoluzione' della legalità penale, l'indagine si concentrerà sul paradigma delle "tradizioni costituzionali comuni" degli Stati membri attraverso il quale la Corte di Giustizia riconosce e plasma i principi fondamentali del diritto comunitario, anche nella materia penale: in questo modo, si potrà stabilire quale sia effettivamente il rango della retroattività favorevole riconosciuto dalla Corte come principio fondamentale del diritto comunitario e, soprattutto, quale ne sia la concreta portata (se ad esempio si estenda anche alla disciplina dei termini di prescrizione del reato, alle cause di non punibilità, alle regole processuali etc.) anche in relazione all'applicazione del diritto interno.