Transizione democratica e mutamenti del quadro politico nazionale nel Mediterraneo degli anni Settanta. Le opzioni e le scelte della politica estera di Nixon e Ford
Progetto La politica estera di Nixon e di Ford (quest'ultima ancora oggi considerata una continuazione inerziale del progetto impostato da Nixon) è da tempo oggetto di un animato dibattito, che però ha quasi del tutto trascurato i rapporti con l'Europa occidentale - per lo più ricondotti alla dimensione economico-finanziaria e al tentativo di ridefinire gli equilibri in seno all'Alleanza atlantica (A.G. Andrianopoulos) - e, con l'eccezione di un recente lavoro sulle relazioni tra gli Stati Uniti e il Portogallo (M. Del Pero), ha sostanzialmente ignorato la politica nei confronti dell'Europa mediterranea. La memorialistica statunitense (H. Kissinger, R. Nixon) indica invece come il governo statunitense seguisse con attenzione e apprensione, quantomeno a partire dal 1973, le vicende che interessarono le diverse realtà nazionali dell'area mediterranea: la crisi del regime dei Colonnelli e quelle concomitanti delle dittature di Caetano e di Franco; lo sviluppo dell'eurocomunismo e l'avvio del dibattito sul compromesso storico in Italia.
Gli sviluppi politici che ebbero luogo nella prima metà degli anni Settanta in Grecia, Portogallo, Spagna e Italia, seppure in contesti istituzionali e politici radicalmente diversi, venivano percepiti a Washington come segnali allarmanti di una stagione che avrebbe potuto mettere in discussione la «riforma conservatrice» (Andrianopoulos) delle relazioni con un'area strategicamente fondamentale per l'amministrazione americana. La ricerca si propone, sulla base della documentazione statunitense oggi accessibile agli studiosi (Ford Library, National Archives di College Park/Washington, John A. Volpe Papers presso la Northeastern University di Boston) e tenendo conto degli interessi di ricerca dei singoli partecipanti, di indagare i differenti aspetti della politica delle amministrazioni Nixon e Ford nella regione: in che modo furono percepiti gli eventi in Grecia, Spagna e Portogallo; se e in quale misura fu prodotto un tentativo di rinsaldare i vacillanti regimi dittatoriali e, in seguito, quale linea l'amministrazione Ford adottò rispetto alla transizione democratica; se la scelta della CEE, che sostenne la transizione democratica dei tre paesi mediterranei attraverso la politica delle associazioni commerciali e, successivamente, con l'avvio di negoziati per la piena adesione (P. Graglia), fosse assecondata, incoraggiata o ostacolata dal governo americano in linea con la Dottrina Nixon; in quale misura un Congresso che si stava riappropriando delle proprie prerogative in materia di politica estera e criticava il sostegno ai regimi militari condizionò l'operato dell'amministrazione. Alla luce di questi interrogativi acquista anche maggiore rilevanza la questione dell'atteggiamento statunitense rispetto alla prospettiva dell'inclusione del Pci nell'area di governo italiana, prospettiva divenuta di attualità a seguito dell'evoluzione delle posizioni del segretario del Pci Berlinguer di fronte al colpo di stato contro Allende.