MODIFICAZIONI ULTRASTRUTTURALI IN ROTIFERI BDELLOIDEI NEL PASSAGGIO DALLA VITA ATTIVA ALL'ANIDROBIOSI
Progetto I rotiferi bdelloidei sono capaci di vivere in "ambienti acquatici instabili", quali il terreno, i cuscinetti di muschio e i licheni, che sono soggetti a frequenti eventi di siccità. In tali condizioni, i bdelloidei sono capaci di perdere pressochè tutta l'acqua corporea, di sospendere il metabolismo e di entrare in una fase di dormienza detta "anidrobiosi". Quando l'acqua torna ad essere disponibile, gli animali anidrobionti si reidratano e riprendono a vivere attivamente. I rotiferi bdelloidei sono studiati da anni presso il Dipartimento di Biologia e, fra l'altro, sono stati oggetto di esperimenti biologici nello spazio, nel Settembre 2007, su un vettore russo (il satellite Foton-M3). In questo contesto, recenti studi hanno permesso di mettere a punto un protocollo efficace per indurre, in modo controllato e ripetibile, lo stato di anidrobiosi in una specie di rotifero bdelloideo, Macrotrachela quadricornifera. Utilizzando il microscopio elettronico a scansione è stato possibile studiare i cambiamenti fini della morfologia esterna di questo bdelloideo, nella transizione da organismo attivo ad organismo anidrobionte. Le prime osservazioni di bdelloidei anidrobionti al microscopio elettronico a trasmissione, a partire dal 2005, hanno evidenziato una ultrastruttura piuttosto modificata rispetto a quella degli animali attivi: tali differenze sono da attribuire agli indispensabili cambiamenti che intervengono durante la disidratazione degli organismi per proteggere le strutture cellulari e per consentire la ripresa funzionale alla
successiva reidratazione. In particolare, durante la disidratazione, cellule e tessuti si compattano, riducendo il loro volume; le membrane si compattano in figure mieliniche e i mitocondri mostrano un ricco corredo di ribosomi sulla membrana esterna. Se confrontati con gli stadi attivi (idratati), i rotiferi in anidrobiosi mostrano una riduzione del volume corporeo del 60% e una riduzione del peso del 95%. Si ipotizza che durante la disidratazione vengano sintetizzate molecole che preservano la organizzazione a livello ultrastrutturale delle cellule. Inoltre i numerosissimi pori presenti sulla superficie corporea dei bdelloidei appaiono sempre aperti negli animali attivi, mentre sono ermeticamente chiusi negli animali anidrobionti. Si ritiene indispensabile approfondire ulteriormente l'indagine ultrastrutturale durante la disidratazione per meglio comprendere i significati funzionali dei cambiamenti osservati.