La ricerca si propone di analizzare il c.d. meccanismo della riconduzione (c.d. "conversione") nel contratto di lavoro subordinato standard dei contratti di lavoro atipici invalidi, ossia di quei contratti che si differenziano dal tipo lavoro subordinato di cui all'art. 2094 c.c. per l'attenuazione delle originarie rigidità dell'impianto garantistico tradizionale.
Si tratta di un congegno previsto dal legislatore in numerose ipotesi [in materia di lavoro a domicilio, nel caso in cui il dipendente lavori in locali di pertinenza dello stesso imprenditore, anche se per l'uso di tali locali e dei mezzi di lavoro in esso esistenti corrisponda al datore di lavoro un compenso di qualsiasi natura (art. 1, c. 3 della l. 877/1973); in materia di lavoro a progetto, nell'ipotesi in cui il rapporto di collaborazione sia instaurato senza l'individuazione di uno specifico progetto, programma di lavoro o fase di esso (art. 69, c. 1 d.lgs. n. 276/2003); in materia di contratti di formazione e lavoro nell'ipotesi in cui il datore di lavoro violi gli obblighi di legge (art. 3 c. 9 del d.l 726/1984 conv. in l. 863/1984) e nel caso in cui il contratto non sia stato stipulato in forma scritta (art. 8 c. 7 l. 407/1990); in materia di contratto a termine, nel caso in cui l'apposizione del termine non risulti anche indirettamente da atto scritto (art. c. 2 d.lgs. n. 368/2001) e nell'ipotesi di successione o proroga del contratto senza il rispetto dei tempi indicati dalla legge (art. 5 d.lgs. n. 368/2001); in materia di part-time in caso di difetto di prova in ordine alla stipulazione a tempo parziale del contratto o di omissione della durata della prestazione lavorativa (art. 8 d.lgs. n. 368/2001); in materia di lavoro somministrato, in mancanza di forma scritta del contratto di somministrazione (art. 21, c. 4 d.lgs. n. 276/2003), nonché nel caso di interposizione illecita (artt. 27 c. 1, 29 c. 3bis e 30 c. 4bis d.lgs. n. 276/2003)].
Lo scopo della ricerca è analizzare tutte queste ipotesi sotto la luce del diritto privato (in particolare degli artt. 1419, 1424 e 1339 c.c.) per verificare se può ritenersi o meno esistente nell'ordinamento giuslavoristico un meccanismo automatico di conversione del contratto atipico invalido in contratto di lavoro subordinato standard in grado di operare indipendentemente dal dettato legislativo.
Si tratta, a ben vedere, di un tema non privo di ricadute pratiche dal momento che, da un lato, il legislatore continua ad introdurre sempre nuove ipotesi di "conversione" (si veda da ultimo gli artt. 21, c. 4; 27 c. 1, 29 c. 3-bis, 30 c. 4-bis, 69 c. 1, del d.lgs. n. 276/2003 nonché l'art. 1 c. 40 lett. b, della l. 247/2007) senza preoccuparsi di chiarire la natura del meccanismo e, dall'altro, la giurisprudenza con fare creativo tende, seppur con oscillazioni, ad applicarlo in via analogica, con ovvie ed evidenti ripercussioni negative sul piano della certezza del diritto.