La legislatura appena conclusasi (2006-08) si è caratterizzata, fra le altre cose, per un esecutivo dal profilo marcatamente europeista.
Suoi esponenti di primo piano, quali il presidente del Consiglio, il ministro per le politiche europee, e il ministro per l'economia, avevano ricoperto incarichi di grande prestigio nelle istituzioni comunitarie, sia godendo di notevole stima, sia potendo vantare relazioni consolidate.
L'ambiente istituzionale offriva ulteriori garanzie nella figura del presidente della Repubblica, ex-presidente della commissione affari istituzionali del Parlamento europeo, e in quella del ministro dell'interno, ex-vicepresidente della Convenzione per la redazione di un progeto di Costituzione europea.
Infine, il programma elettorale della coalizione di governo e le dichiarazioni programmatiche dell'esecutivo nel momento del suo insediamento lasciavano sperare in un atteggiamento fortemente pro-attivo nei confronti dell'Unione europea, marcatamente diverso da quello perseguito nella legislatura precedente.
Di contro giocavano un'opinione pubblica che aveva oramai chiaramente abbandonato il tradizionale consenso permissivo rispetto all'europa, una coalizione partitica a sostegno dell'azione dell'esecutivo frammentata al suo interno (anche su alcune politiche europee quali la direttiva sui servizi, ex-Bolkestein), ed un passato di paese fra gli 'ultimi della classe' in quanto a rispetto degli impegni presi a Bruxelles (in particolare rispetto alla trasposizione interna della normativa prodotta, e alla capacità di utilizzo dei finanziamenti comunitari).
Il presente progetto di ricerca intende investigare i principali tratti della politica europea italiana nella quindicesima legislatura, alla ricerca di persistenze e/o discontinuità rispetto ai periodi precedenti. La comparazione diacronica proposta si basa su precedenti esperienze di ricerca su tematiche simili da parte del gruppo di ricerca, e quindi su una consolidata conoscenza dell'argomento e sulla presenza di dataset quantitativi relativi alle legislature precedenti.
In particolare, sono tre i fronti di ricerca su cui intendiamo muoverci. In primo luogo, quello del rispetto dell'acquis communautaire (recepimento delle direttive, procedure d'infrazione, legge comunitaria..). In secondo luogo, quello dei comportamenti dell'esecutivo italiano all'interno del Consiglio dell'Unione europea (stili di voto, tipologia di alleanze..). In terzo luogo, il ruolo giocato dai governi sub-nazionali nella definizione (nelle fasi ascendenti e discendenti) della politica europea del nostro paese. Quale sfondo a questi tre oggetti puntuali di ricerca, potrà essere effettuata un'analisi di stampo più generalista sulla presenza delle tematiche politiche europee (allargamento, costituzionalizzazione, strategia di Lisbona, ecc.) nel dibattito pubblico interno.