Polimorfismo del Sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone e recidive di fibrillazione atriale dopo cardioversione elettrica
Progetto Presupposti: La fibrillazione atriale (FA)costituisce nelle varie modalità di presentazione, il più importante disturbo del ritmo cardiaco. La complessità del problema aderiva dal crescente numero di soggetti affetti da questa aritmia, dall'elevato rischio tromboembolico che colpisce questi pazienti, e dalla difficoltà di ripristinare e mantenere il ritmo sinusale in pazienti con FA persistente o permanente.
Tra i fattori che maggiormente contribuiscono a determinare un'instabilità elettrica del miocardio atriale e quindi un progressivo avvicinamento a quella che può essere definita la fase finale di questa aritmia e cioè la FA permanente vi è il rimodellamento nelle sue componenti elettriche meccani e strutturali. Tra quest'ultime, la fibrosi è forse la alterazione strutturale principale. Numerosi modelli clinici e sperimentali hanno messo in evidenza che l'attivazione del Sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone è uno dei principali determinanti della fibrosi associata a FA. L'Angiotensina II e l'Aldosterone determinerebbero un aumento dell'attività delle ERK e cioè di uno dei principali determinati della fibrosi. Da un punto di vista clinico vi è una sempre maggior convinzione che la FA rappresenti la manifestazione finale di una serie di eventi che può variare da paziente a paziente e la cui conoscenza potrebbe guidare la nostra condotta terapeutica. Tra i fattori responsabili coinvolti in tale eterogeneità, è stato recentemente preso in considerazione il polimorfismo del gene ACE. È infatti noto che in base alla presenza (inserzione (I) o delezione (D)) di un introne 287-bp si possono avere tre genotipi (omozigote DD, II e eterozigote ID). I soggetti con l'allele D hanno livelli circolanti e tissutali piu' elevati rispetto ai pazienti con genotipo DD o ID.
Descrizione e obiettivo della ricerca: Obiettivo del nostro programma di ricerca è :1) valutare il ruolo del polimorfismo ACE sull'incidenza di recidive di fibrillazione atriale dopo cardioversione elettrica; 2) valutare il rapporto tra polimorfismo ACE e indici di infiammazione sub-clinica; 3) valutare il rapporto tra polimorfismo ACE e marker umorali di disfunzione ventricolare sinistra.
A tal fine si prevede l'arruolamento di 40 pazienti con diagnosi di fibrillazione atriale persistente in terapia anticoagulante orale ed indicazione alla cardioversione elettrica per ripristinare il ritmo sinusale. Ogni paziente prima della cardioversione elettrica eseguirà un ecocardiogramma transesofageo per escludere la presenza di trombi nell'auricola sinistra e per misurare la velocità di svuotamento della stessa. In ogni paziente verrà inoltre eseguito un prelievo ematico per la determinazione del genotipo ACE e per la misura di due parametri: la Proteina C Reattiva (CRP) e NT-proBNP. Quest¿ultimo viene da noi utilizzato come indicatore della disfunzione meccanica associata a FA, mentre la CRP viene utilizzata come indicatore di una eventuale presenza di infiammazione sub-clinica.