L'imperatore Graziano è noto alla storia per essere stato un principe cristiano, ma di lui e del suo breve regno si ricorda poco altro. Invece è lui a determinare le sorti dell'impero con la scelta di Teodosio come colui che lo doveva affiancare alla guida dell'Impero e in particolare dell'impero d'Oriente. Ma se si circoscrive l'attenzione alla politica religiosa di Graziano quanto presenta interesse è la fase precedente al 379 e quindi precedente al suo generale e intransigente divieto di tutte le eresie. Infatti pare essere esistito un editto di tolleranza di Graziano, che non ci è stato tramandato. Tuttavia di tale editto parlano gli storici a lui contemporanei, per cui - se fosse esistito - si potrebbe affermare che Graziano abbia avuto un momento di passaggio dalla neutralità religiosa ad una fase di intransigenza. Quale sia stato il travaglio, quali siano stati i ruoli di figure a lui vicine, come il retore Ausonio o il vescovo Ambrogio, e in che misura quindi tali figure abbiano stimolato nelle decisioni in questo ambito e per certi versi influenzato, è l'oggetto dell'indagine che intendo intraprendere. La legislazione tramandataci nel Codice Teodosiano verrà analizzata nell'ordine cronologico dei provvedimenti da lui emanati nel tentativo di realizzare anche una palingenesi delle datazioni dei testi, nonché nel quadro storico di riferimento caratterizzato da forte tensioni tra la tenace resistenza della tradizione pagana e l¿energia del cristianesimo emergente, dilaniato peraltro nelle sue definizioni interne tra credo ortodosso e spunti eretici. Dunque, nonostante l'imperatore Graziano sia spesso conosciuto semplicemente come imperatore devoto, un'indagine più attenta alle fonti storiche e giuridiche dell'epoca potrebbe consentire di riscostruire che la condanna di tutte le eresie da lui sancita nel 379 costituisca in realtà solo il punto di arrivo di un travagliato percorso personale, politico e legislativo.