Il recepimento della direttiva MiFID (Decreto legislativo 17 settembre 2007, n. 164 - Attuazione della direttiva 2004/39/CE) e il Regolamento in materia di organizzazione e procedure degli intermediari che prestano servizi di investimento o di gestione collettiva del risparmio (Regolamento congiunto banca d¿Ialia-Consob del 29.10.2007) sanciscono momenti di svolta epocale per i mercati finanziari europei e, in particolare, per quello italiano.
Il venir meno dell'obbligo di concentrazione degli scambi costringe, infatti, le società di gestione di mercati e gli intermediari a confrontarsi in un contesto competitivo più ampio, con tutte le opportunità e con i rischi che ciò comporta. Il nostro sistema ha sempre garantito la trasparenza delle transazioni per tutti gli investitori, anche quelli individuali. È necessario assicurare che tale trasparenza si rafforzi anche nel nuovo contesto. Da questo punto di vista, gli elementi cruciali consistono nella concreta applicazione della pre e post trade transparency e, soprattutto, della best execution, la cui applicazione implicherà cambiamenti importanti per chi opera sul mercato ed investimenti significativi in nuove tecnologie.
La sfida più rilevante riguarderà però gli intermediari, in particolare quelli italiani. Essi, data la struttura del mercato, sono stati da sempre abituati alla pura intermediazione. L¿applicazione della direttiva MiFlD definisce invece nuovi mercati in cui giocheranno un ruolo prevalente i market maker, come avviene tradizionalmente nel contesto anglosassone. Per competere con successo gli intermediari italiani dovranno perciò svilupparsi dimensionalmente, dotarsi di maggiori capitali ed investire in adeguati sistemi di controllo dei rischi. Dovranno poi accrescere la professionalità degli operatori e la loro cultura di gestione della relazione con la clientela. Si tratta di trasformazioni difficili, ma che devono essere realizzate con successo per potere affrontare la sfida con esito positivo, anche per evitare possibili arbitraggi a danno dei nostri intermediari e del nostro sistema finanziario.
L¿avvenuta trasposizione delle norme europee nei contesti regolamentari domestici lascia il campo quindi alla vera sfida, quella della loro corretta applicazione secondo principi MiFlD compliant.
La ricerca proposta è innovativa sia perché affronta un tema che segna profonde discontinuità nell¿attività degli intermediari finanziari sia in quanto sono ancora concettualmente irrisolti possibili fraintendimenti interpretativi di vigilanza e di gestione degli intermediari finanziari. Quelli di maggiore momento riguardano la disciplina del sistema dei controlli interni, le regole che attengono alla funzione di Internal auditing e di compliance, la disciplina dei rischi operativi, le indicazioni del Comitato di Basilea e del Codice Preda sui controlli interni, gli standard internazionali e nazionali della professione.