Effetti dell¿induzione di resistenza con chitosano sulla diffusione degli ampelovirus e sul profilo polifenolico dell¿uva
Progetto Il chitosano (CHT) è prodotto naturale, ottenuto per deacetilazione dalla chitina, in grado di elicitare i meccanismi di difesa della pianta, particolarmente contro i virus. Tali meccanismi coinvolgono la formazione di microburst ossidativi localizzati e di fenomeni di PCD. CHT è inoltre in grado di indurre sintesi di jasmonato, coinvolto nella resistenza verso insetti e fitofagi. Precedentemente abbiamo dimostrato la possibilità di indurre resistenza in vite a Botrytis cinerea, con un prodotto di sintesi (BTH, benzotiadiazolo), migliorando nel contempo il profilo metabolico dell¿uva, con aumento del contenuto di resveratrolo, antociani, proantocianidine e melatonina. Pur essendo il meccanismo di azione del BTH, che induce stress ossidativo senza PCD, differente da quello del CHT, è possibile che anche quest¿ultimo sia in grado di modificare significativamente le classi di polifenoli ritenute più interessanti come farmaconutrienti. Inoltre, potrebbe indurre resistenza verso gli ampelovirus della vite, trasmessi da coccidi e pseudococcidi e agenti dell¿accartocciamento fogliare. Per verificare queste ipotesi si intende effettuare, in fitotroni ed in pieno campo, una serie di prove di induzione di resistenza su viti della cultivar Barbera agli ampelovirus GLRaV 1 e 3 con CHT allo 0.15% (grado di deacetilaz. 85% e P.M. 72 kD ). Nei fitotroni, piante di vite sane, precedentemente trattate con CHT, saranno inoculate mediante gli pseudococcidi Planococcus ficus e Heliococcus bohemicus infetti con GLRaV 1 o 3 e a tempi diversi (dai 3 ai 6 mesi) saranno saggiate mediante ELISA per verificare l¿avvenuta infezione. Alternativamente, piante già infette con i suddetti ampelovirus, saranno trattate con CHT e sulle stesse verranno posti gli pseudococcidi ad acquisire il virus. L¿eventuale acquisizione sarà verificata mediante PCR sugli stessi insetti a tempi diversi. Nelle prove di campo, effettuate su vigneti in cui è nota la distribuzione delle piante infette con GLRaV 1 e 3, i trattamenti verranno cadenzati da giugno bisettimanalmente, allorchè la concentrazione del virus nelle foglie diventi significativa. Nei tre mesi successivi sarà monitorata la presenza di psuedococcidi (sia H. bohemicus che P. ficus, e altre specie note come vettori) sulle piante trattate ed infette, e verificata la presenza di virus negli organi del vettore. Con queste prove si vuole accertare se l¿eventuale resistenza indotta dal CHT sia dovuta alla risposta della pianta e/o all¿ interferenza con la trasmissione virale. Ad inizio della veraison sarà inoltre controllata, mediante Real Time PCR, sui grappoli di viti trattate e non l¿espressione dei geni per la stilbensintasi e la calconsintasi per verificare se il trattamento mantenga o meno alto il livello di espressione della prima, che, in questo stadio fenologico, di norma decade a favore della seconda. A maturazione del grappolo sarà infine valutato, mediante HPLC, il profilo polifenolico delle bacche.