La steatosi epatica è una condizione caratterizzata dalla presenza di lipidi racchiusi all¿interno di vescicole nell¿ambito del citoplasma degli epatociti. Il progressivo accumularsi di queste vescicole tende ad ¿infarcire¿ l¿epatocita, così che nei casi estremi il citoplasma appare come occupato totalmente da una grossa vescicola che comprime il nucleo dell¿epatocita alla periferia.
A seconda delle dimensioni delle vescicole, si riconoscono una forma di microsteatosi oppure di macrosteatosi. Questa distinzione non ha significato puramente di tipo quantitativo ma assume anche una importanza funzionale nei riguardi dell¿epatocita, poiché in genere le microgocciole lipidiche tendono a fondersi fra loro costituendo una unica grossa vescicola che può occupare completamente il citoplasma dell¿epatocita.
La statosi epatica assume una particolare importanza in alcune manifestazioni cliniche all¿interno delle quali è correlata allo stato funzionale-metabolico dell¿epatocita. Infatti il progressivo accumulo di grassi negli epatociti è spesso la risultante di fenomeni legati all¿agente tossico chimico e/o biologico coinvolto (ad esempio alcool o virus epatotropi in particolare HCV) e riflette una condizione di derangement metabolico dell¿epatocita stesso. In particolare, un certo grado di steatosi accompagna frequentemente la epatite post-alcolica; inoltre si sta indagando il suo ruolo nelle recidive da epatite postvirale da HCV, dove sembra essere correlata ad un decorso più aggressivo della malattia. Ma, il ruolo della steatosi assume particolare importanza nel trapianto di fegato, dove alcuni studi sembrano indicare che questo parametro è correlato nel neofegato alla funzionalità dell¿organo e quindi svolge un ruolo critico nella ripresa funzionale del neofegato nel paziente trapiantato. Tanto più importante questa considerazione se si tiene presente che il neofegato è un organo da considerarsi, almeno secondo i parametri attualmente considerati, morfologicamente e metabolicamente ¿sano¿. In questo contesto, gli epatociti steatosici ridurrebbero la massa epatica ¿funzionante¿ con rischio quindi di trapiantare un fegato le cui capacità metaboliche sono ridotte rispetto a quanto previsto sulla base del volume epatico. Scopo delle ricerca è quello di elaborare, avvalendosi di un analizzatore di immagine computerizzato, un modello morfometrico interattivo che permetta la quantificazione della steatosi su sezioni in ematossilina-eosina provenienti da campioni bioptici in 1) pazienti con recidiva da epatite HCV-correlata, e 2) sul fegato del donatore prima della fase di trapianto epatico. Il modello morfometrico potrà rendere più precise quelle differenze solo in parte evidenti all¿analisi anatomopatologica convenzionale., eliminando nell¿analisi istologica dei campioni in esame, la variabilità inter/intra-osservatore e la variabilità legata allo stadio soggettivo dell¿osservazione.