Il danno polmonare indotto dalla ventilazione meccanica: dipendenza dalla pressione transpolmonare di fine espirazione.
Progetto V¿è generale accordo circa il fatto che il danno polmonare indotto dalla ventilazione meccanica nei pazienti con diverse patologie generalmente extra-polmonari, almeno inizialmente, è più grave quando si permette ai polmoni di svuotarsi ad ogni espirazione fino al volume di riposo del sistema respiratorio e che l¿applicazione di una pressione di fine-espirazione positiva (PEEP), limitando il collasso espiratorio del polmone, ne riduce il danno. Attualmente, in soggetti intubati, sedati o paralizzati, ventilati meccanicamente, la PEEP è stabilita, ispezionando la relazione fra volume polmonare e pressione all¿apertura delle vie aeree, come quella pressione alla quale si ha un brusco aumento della distensibilità dell¿apparato respiratorio. Tuttavia, la misura della pressione all¿apertura delle vie aeree non permette di riconoscere se tale brusco aumento sia dovuto al comportamento meccanico del polmone o della parete toracica, mentre è solo nel primo caso che l¿applicazione della PEEP dovrebbe essere utile al fine di limitare l¿eventuale danno polmonare indotto dalla ventilazione meccanica. Per distinguere fra questi due casi si rende necessaria la misura della pressione esofagea, misura che per motivi pratici viene solo raramente eseguita in ambito clinico.
L¿ipotesi che qui si vuole testare è che la valutazione della pressione transpolmonare, ottenuta come differenza fra pressione tracheale ed esofagea, può guidare il clinico nella scelta della PEEP più appropriata meglio della sola pressione all¿apertura delle vie aeree, speciei in pazienti con compressione dei polmoni come nell¿ARDS e con infusione massiva di fluidi. Un equivalente modello animale sarebbe quello in cui il danno polmonare è associato alla compressione del polmone attraverso la parete toracica: in esso, secondo l¿ipotesi formulata sopra, la ventilazione meccanica prolungata dovrebbe produrre un minor danno polmonare quando la PEEP fosse determinata sulla base della pressione transpolmonare di fine-espirazione (PL,e-e).
Gli esperimenti verranno condotti in ratti anestetizzati, paralizzati, ventilati con ossigeno puro, sottoposti a reiterati lavaggi bronco-alveolari (LBA), ed assegnati a tre gruppi: un primo ventilato con PEEP standard, un secondo con PEEP standard e compressione della parete toracica, un terzo con compressione della parete toracica e PEEP tale da riportare la PL,e-e ai valori del primo gruppo.
Saranno determinate le curve volume-pressione del polmone e della parete toracica, la concentrazione delle citochine proinfiammatorie nel siero e nel LBA, la presenza di collasso alveolare, emorragie, granulociti negli spazi aerei, edema, e desquamazione dell¿epitelio alveolare e/o delle vie aeree.
In base all¿ipotesi sopra formulata ci si aspetta che il danno morfo-funzionale polmonare e la risposta infiammatoria siano di grado intermedio negli animali del primo gruppo, massimo negli animali del secondo gruppo, e di grado minimo negli animali del terzo gruppo.