Si esplorerà l¿immagine ¿persuasiva¿ della cartellonistica e di copertine di riviste nel loro rapporto con la parola scritta che le accompagna. Immagini non strettamente legate al concetto di belle arti, ma a esse parallele, usate per diffondere un¿ide(ologi)a e farla ¿funzionare¿ sul piano della comunicazione (ideologica e/o commerciale) e del discorso culturale.
Cianci. La parola aggressiva che si affaccia in tanti titoli delle riviste dell¿avanguardia, da La Voce al cubofuturista Schiaffo al Gusto Comune, è ripresa anche dai vorticisti inglesi in Blast 1914-1915. La ricerca intende esplorare la poetica della parola proiettiva e visiva del manifesto vorticista, evidenziando affinità e divergenze con le tecniche della persuasione messe in opera dal modello futurista.
Patey. Si esplorerà la pagina legata alla Whitechapel Exhibition of XX Century Art, aperta nel mese di maggio 1914 nell¿East End povero e lavoratore per inscenare lo spettacolo dell¿arte moderna. Di grande interesse risulterà l¿analisi delle diverse sale della mostra, nelle quali dialogano gli oggetti artigianali dell¿Omega Workshop di Roger Fry, le sculture del giovane artista imagista Gaudier-Brzeska e le opere raccolte nella Jewish Section della mostra.
Maffi. Nei primi decenni del XX secolo, la società statunitense è attraversata da forti tensioni sociali e culturali. Fra i tanti aspetti di una cultura che cambia, la grafica legata alle riviste di sinistra (da The Comrade a The Masses) rappresenta uno dei più interessanti, per le implicazioni contemporanee e future (delinearsi di una scuola artistica novecentesca, dialogo tra pittura e fotografia e fra arti visive e letteratura, decantarsi di una forte tradizione realista indigena e suo scontro con le successive tendenze astratte).
Riva. La Francia ha ricorrentemente fatto entrare l¿Empire nella sua cultura. La conquista diventa spettacolo con l¿Esposizione coloniale del 1931. I manifesti delle esposizioni, l¿universo pubblicitario, tutto è usato per veicolare un¿ideologia tesa a ¿fabbricare¿ il sogno coloniale e a costruire l¿ ¿homo imperialis¿. L¿utopia della ¿Plus grande France¿ passa attraverso i discorsi ufficiali, la letteratura e le arti, ma anche attraverso una progressiva conquista del gusto. La ricerca intende ampliare lo studio della cartellonistica delle prime esposizioni universali e del cinema coloniale, a partire dalla fine degli anni Venti.
Piretto. Il realismo socialista considerava la copia più autentica dell¿originale e il ¿funzionamento¿ del testo artistico più importante della sua aura. Si intende dunque analizzare il ruolo dei manifesti di propaganda e dei pannelli legati ai padiglioni sovietici nelle esposizioni universali e nazionali degli anni Trenta. Il modello di mondo fornito da questi testi culturali rispondeva all¿esigenza di rappresentare nell¿arte il futuro già toccato dalle conquiste che l¿ideologia rendeva auspicabili e di proporlo al pubblico dei fruitori come esistente e operante.