La ricerca si propone di ricostruire l'evoluzione del rapporto tra politica e amministrazione alla luce delle recenti modifiche della disciplina della dirigenza pubblica.
Si tratta di un settore che a partire dagli anni novanta è stato caratterizzato da un processo di privatizzazione , caratterizzato dall'adozione di modelli organizzativi più snelli e dall'introduzione del principio della durata limitata degli incarichi. A tale processo si è accompagnata una sempre più marcata separazione tra le funzioni di indirizzo politico e le funzioni di gestione, con la previsione di strumenti volti alla verifica dei risultati della gestione ed all'accertamento delle relative responsabilità.
Sorge così l'esigenza - evidente anche in alcune recenti pronunce della Corte costituzionale - di evitare che l'adozione di moduli privatistici nella disciplina del rapporto di lavoro finisca coll'esporne le vicende costitutive, modificative ed estintive all'ingerenza del potere politico, e di adottare procedure che garantiscano una valutazione imparziale dei risultati della gestione, aperta anche al contraddittorio ed alla partecipazione dell'interessato.
Attraverso l'esame dei molteplici contributi della Corte costituzionale sul punto, la ricerca si propone dunque di approfondire il problema del rapporto e dell'equilibrio tra le esigenze di efficienza dell'azione amministrativa - perseguite in particolare attraverso l'adozione di moduli privatistici nell'organizzazione e nell'attività della pubblica amministrazione - e il principio costituzionale della imparzialità dell'amministrazione, di cui è espressione il principio della separazione tra indirizzo e gestione.