Il progetto si propone di indagare la varia ed alterna rilevanza del fattore culturale all'interno del diritto penale, sia a livello legislativo (si pensi, ad es., a fattispecie quali quella di "mutilazione degli organi genitali femminili" di cui all'art. 583 bis c.p.; ovvero alla circostanza attenuante dei "motivi di particolare valore morale o sociale"), sia a livello prasseologico (verranno a tal fine analizzati gli orientamenti giurisprudenziali formatisi in relazione ad alcune fattispecie "culturalmente sensibili", come ad es. il delitto di bigamia, il delitto di maltrattamenti, il delitto di riduzione in schiavitù).
Scopo della ricerca è verificare quale sia la rilevanza del fattore culturale nel diritto penale, vale a dire se la circostanza che un determinato fatto di reato sia stato commesso in ottemperanza ad un sistema culturale di una minoranza (di una minoranza di immigrati, o di una minoranza religiosa, ovvero ancora di una minoranza sociale, ad es. i rom) sia considerato - dal legislatore e/o dal giudice - come elemento di valutazione maggiormente favorevole, ovvero maggiormente sfavorevole della responsabilità per quel determinato reato.
Il crescente multiculturalismo della nostra società - sia a livello nazionale che a livello europeo - rende attuale tale problematica anche in un settore, quale quello del diritto penale, che, per origine e concezione, è rigorosamente "autarchico" e mono-culturale.