Carcinoma del colon e infiltrato infiammatorio peritumorale: correlazione con le modalità di intervento chirurgico e lo staging.
Progetto Presupposti. Tra i principali fattori prognostici del carcinoma del colon sono da considerare il numero di metastasi (linfonodali e a distanza), il grado di infiltrazione della parete dell¿organo e il grado di differenziazione. Negli ultimi anni sono stati presi in considerazione altri due elementi la cui presenza sembrerebbe essere associata ad un decorso più favorevole della neoplasia; i carcinomi con ¿pushing margin¿ e marcato infiltrato infiammatorio peritumorale, infatti, hanno una prognosi migliore, ma non esistono ad oggi lavori di correlazione tra i linfociti associati al tumore e gli altri parametri, come il grading, lo staging ed il tipo di intervento chirurgico.
Inoltre, questo ruolo ¿di contenimento¿ della componente infiammatoria nei confronti del carcinoma non trova conforto nei dati in vitro, secondo cui, invece, la maggior parte dei linfociti associati al tumore (linfociti T, CD4 o CD8 ¿ LTAT) sono difettivi, non completamente attivati o addirittura anergici. Il ruolo dei linfociti T nelle neoplasie è quindi molto controverso: la presenza di LTAT è stata correlata alle dimensioni del tumore, allo stadio della malattia e ad una migliore sopravvivenza in carcinomi del colon-retto, dello stomaco e della prostata; un discorso inverso vale per il carcinoma a cellule renali, mentre per il carcinoma esofageo non si è vista alcuna correlazione. Negli ultimi anni particolare interesse è stato rivolto ai linfociti T regolatori (Treg): queste cellule aiutano l¿ospite contro lo sviluppo di autoimmunità, ma sopprimono anche la risposta dei linfociti T verso gli antigeni tumorali, favorendo quindi la progressione neoplastica.
I linfociti Treg sono caratterizzati dall¿espressione di molecole di superficie come CD4 e CD25, mentre l¿identificazione nucleare dell¿antigene FoxP3 (specifico per questa popolazione cellulare) ne indica l¿acquisizione di capacità soppressiva; FoxP3 è quindi considerato il più sensibile marker della regolazione e della funzione inibitoria delle cellule T CD4+ CD25+.
Descrizione. Per questo studio retrospettivo verranno selezionati 200 pazienti con carcinoma del colon, sottoposti ad intervento chirurgico presso la UO di Chrurgia Generale II dell¿Osp. L. Sacco, nel periodo 1996-2000, e risultati in Stadio III dopo la valutazione istologica dei pezzi operatori. Per ciascun paziente verrà considerato un follow up di 5 anni: i pazienti verranno quindi raggruppati (a seconda del tipo di intervento chirurgico) in due categorie, cioè pazienti liberi da malattia e pazienti con secondarismi o deceduti per malattia. Per ciascun paziente verrà quantificato l¿infiltrato infiammatorio peritumorale mediante metodica immunoistochimica.
Obiettivo: valutare, in carcinomi del colon Stadio III, la componente infiammatoria peritumorale, con particolare attenzione alla popolazione di cellule T regolatorie. Inoltre, verrà valutata la correlazione tra infiltrato infiammatorio e modalità di intervento chirurgico e la prognosi a 5 anni.