Si intende affrontare uno studio sistematico sul tema delle origini della compravendita consensuale romana.
Al proposito esistono numerose ipotesi, proposte dalla dottrina moderna in tempi più o meno recenti.
La prima di esse è quella, secondo la quale la struttura della compravendita consensuale obbligatoria, basata sulla fides, avrebbe costituito, nel secondo secolo, una derivazione dalla vendita a contanti (cioè dalla mancipatio e dalla traditio dell'età arcaica).
Secondo altra parte della dottrina, invece, il contratto consensuale di compravendita sarebbe stato riconosciuto nei rapporti del commercio internazionale fin dal tempo della pretura peregrina (241 a.C.) e lo si sarebbe adottato nei rapporti tra cives a partire dal momento in cui il litigare per concepta verba fu esteso al tribunale del pretore urbano, circa nel 150 a.C. Tale contratto sarebbe derivato da un¿evoluzione conducente dalla vendita a contanti al contratto consensuale, attraverso la mediazione, in un periodo intermedio, del ricorso alla verborum obligatio, prima nelle forme della sponsio e poi in quelle della stipulatio.
Altri ancora hanno ritenuto che la disciplina dell¿emptio venditio sarebbe sorta dagli usi del commercio fra romani e peregrini, o fra peregrini di diversa nazionalità e quindi sarebbe sorta nel ius gentium e solo in seguito sarebbe stata recepita dal ius civile.
L'indagine che qui si propone mira ad analizzare le opinioni proposte dalla dottrina giusromanistica e a vagliare quale tra esse possa apparire meglio condivisibile.
Si intende condurre un esame dettagliato delle fonti giuridiche, letterarie ed epigrafiche inerenti al tema, muovendo in primo luogo dal passo di Paolo conservato in D.18.1.1 e in D.19.4.1pr.-2, dal quale sembrerebbe emergere, nell'opinione del giurista classico, la convinzione che la compravendita consensuale fosse qualificata alle origini istituto di ius gentium, ciò che sembrerebbe convalidare la terza ipotesi dottrinaria che si è segnalata.
Altre fonti si intende poi esaminare, al fine di verificare la risalenza nel tempo dei caratteri fondanti del nostro istituto. Si concentrerà l'attenzione particolarmente sugli arcaici versetti duodecimtabulari, sugli antichi formulari di Varrone, sui documenti plautini e sui trattati romano-cartaginesi, che potrebbero dischiudere interessanti prospettive circa l'antica prassi della compravendita nel commercio internazionale, che potrebbe avere avuto determinanti riflessi sullo sviluppo del diritto interno romano, il ius civile.