Il ruolo svolto dagli Stati Uniti nel processo di transizione dell¿Argentina dall¿autoritarismo alla democrazia è questione controversa. Gli studi storiografici (J.S. Tilchin; A.G. Mower; C. Escudè) tendono a indicare come principale motore di questo processo lo scollamento irreversibile tra popolo e regime seguito alla sconfitta subita dall¿Argentina nella crisi delle Falkland. La memorialistica statunitense (C. Vance; J. Carter; A. Haig; R. Reagan) pone invece l¿accento sulla centralità della parte giocata dagli Stati Uniti: dapprima, durante l¿Amministrazione Carter, con la pressione economica e politica esercitata sulla Giunta militare e con l¿appoggio fornito ai movimenti in difesa dei diritti umani; successivamente, attraverso la ¿Quiet Diplomacy¿ reaganiana che seppe collegare, e efficacemente dosare, il ripristino degli aiuti militari ed economici bloccati da Carter con una progressiva liberalizzazione economica e politica del paese a opera degli stessi militari. La ricerca, prendendo le mosse da queste contrastanti interpretazioni, si propone, sulla base della documentazione oggi disponibile, negli archivi argentini e statunitensi, di analizzare i differenti aspetti della questione: gli sviluppi prodotti dalle incerte, e talora ambigue, iniziative intraprese da Carter; le contraddizioni, dopo l¿arrivo di Reagan alla Casa Bianca, che accompagnarono l¿applicazione della dottrina Kirkpatrick ¿che escludeva ogni possibilità di deroga al principio dell¿aiuto ai regimi autoritari se alleati nel contenimento del comunismo-; il ruolo svolto dalla diplomazia statunitense nella crisi delle Falkland; il rapporto tra l¿atteggiamento tenuto da Washington nel caso argentino e l¿avvio della ¿fase due¿ della dottrina Kirkpatrick, che prevedeva, in rapporto al venir meno della guerra fredda e, conseguentemente, della minaccia comunista nell¿area, la possibilità, e progressivamente la necessità, di allentare i rapporti con quei regimi autoritari, che alla caratteristica dell¿anticomunismo non aggiungessero una manifesta capacità di concorrere attivamente e persuasivamente alla realizzazione dell¿obiettivo di una ¿Democratic Revolution¿ nel continente imperniata sulla formula del liberismo economico accompagnato da una prudente ma progressiva liberalizzazione del sistema politico.