Diagnosi precoce della criptosporidiosi nel vitello per una migliore impostazione della profilassi.
Progetto Tra le patologie gastroenteriche di origine parassitaria la criptosporidiosi causata da Cryptosporidium spp è senza dubbio la più diffusa. Nell¿ambiente, dove sono in grado di mantenere il loro potere infettante anche per parecchi mesi, le oocisti di Cryptosporidium, possono, attraverso i liquami utilizzati in agricoltura, contribuire alla contaminazione delle acque reflue e delle acque di falda, ed essere responsabili, oltre che del mantenimento della parassitosi negli allevamenti, di epidemie nella popolazione umana. La diagnosi parassitologia si basa prevalentemente sulla ricerca diretta di oocisti nelle feci, tuttavia quando è possibile mettere in evidenza il parassita, la diarrea è già presente e il soggetto colpito ha già iniziato ad eliminare le forme infettanti. L¿utilizzo di tecniche più sensibili e specifiche come l¿ELISA ci ha permesso (come ipotizzato nella richiesta di finanziamento FIRST del 2006) di evidenziare, in alcuni casi, la parassitosi precocemente. L¿indagine condotta presso l¿Ospedale Veterinario grandi animali di Lodi ha messo in evidenza alte prevalenze di criptosporidiosi in vitelli sotto i 30 giorni di vita e provenienti da aziende del lodigiano (35 % dei campioni esaminati nel 2006) e dall¿inizio del 2007 su 58 campioni 27 (47%) erano positivi per Cryptosporidium. Di questi, 9 campioni (33%) sono risultati positivi solo con la tecnica ELISA e prima che i soggetti iniziassero ad emettere con le feci le oocisti. Scopo dell¿indagine è: 1) individuare il momento più idoneo e più attendibile per una diagnosi parassitaria tempestiva rispetto al manifestarsi dei sintomi. 2) evidenziare quei soggetti che, spesso, trattati solo sulla base epidemiologica con un farmaco ad azione coccidiostatica, dopo un periodo di stasi di emissione delle oocisti possono riprendere l¿eliminazione di forme infettanti. Il piano sperimentale prevede il controllo dei vitelli dal secondo giorno di vita fino al ventesimo. Entro tale periodo verrà effettuato per almeno due volte prima della comparsa della diarrea e successivamente, qualora si manifestì, durante la malattia conclamata ogni tre giorni fino a scomparsa del parassita nelle feci. I campioni testati saranno sia di vitelli ricoverati presso l¿Ospedale Veterinario di Lodi (Clinica dei ruminanti e del suino) sia provenienti direttamente da aziende del Lodigiano. Tutti i campioni verranno testati con la tecnica copromicroscopica mediante colorazione (Colorazione di Ziehl Nielsen modificata) Sui campioni di feci negativi alla colorazione o prelevati prima della comparsa del sintomo, verranno utilizzati anche kit ELISA e di immunofluorescenza. Verrà inoltre effettuata la conta delle oocisti nel materiale fecale per poter quantificare il reale rischio di diffusione nell¿ambiente.