L'interesse per le diverse forme di mediazione del consumo cinematografico è stato al centro della ricerca internazionale degli ultimi anni, sia in ambito teorico-metodologico, sia rispetto allo studio di casi specifici. E' stato tuttavia trascurato il ruolo specifico svolto dalla critica cinematografica e più in generale quello relativo alla funzione assunta dalla produzione critica e promozionale destinata ai quotidiani e alle riviste non di settore, che rappresentano un significativo punto di mediazione tra la promozione di un film e il pubblico delle sale.
Questa ricerca si propone di procedere all'approfondimento di quell'area vasta e complessa rappresentata dalla critica cinematografica, intesa come forma di mediazione che interviene tra le strategie di costruzione dello spettatore (messe in atto dalla stessa produzione e dalla promozione pubblicitaria) e l'accoglienza effettivamente riservata ai film dal pubblico. A questo scopo, intende prendere in esame la critica cinematografica sia nelle forme tradizionali, specialistiche e di settore, sia nelle forme latenti rinvenibili in tutta quella produzione scritta più strettamente promozionale, destinata alla stampa popolare, e più in generale in quei paratesti cartacei ( cataloghi, press book, novelle, fotoromanzi, servizi fotografici, biografie dei divi dello schermo) spesso trascurati dagli studi specialistici e però assai importanti. Ci si interrogherà perciò sulle ripercussioni che la mediazione operata dalla critica dimostra di avere effettivamente sul pubblico, anche in relazione all'eventuale scarto tra accoglienza immediata e successiva fortuna critica di un film.
In particolare, due saranno gli ambiti di maggior interesse che verranno esplorati: da un lato la mediazione operata dalla critica italiana nei confronti della produzione cinematografica internazionale, in special modo hollywoodiana, importata e distribuita nel nostro Paese; dall'altro l'accoglienza riservata dalla stessa critica italiana a quella produzione del nostro cinema nazionale che talvolta si voleva destinata a imporsi anche all'estero (ad esempio negli Stati Uniti).
E' questa esperienza di mediazione che si rende necessario indagare, attraverso un'analisi che approfondisca le funzioni svolte dalla critica nei confronti del pubblico. Critica specializzata e di settore, ma anche critica intesa in senso lato, comprensiva di tutta quella produzione scritta più strettamente promozionale destinata alla stampa popolare.
Un'esperienza che conosce la sua massima espansione nell'arco di tempo che va dagli anni Dieci-Venti del cinematografo alla prima metà degli anni Sessanta, oltre i quali l'avvento della televisione - e della critica televisiva - determinano la perdita di centralità del cinema stesso e un radicale cambiamento sia del consumo cinematografico, sia del consumo di critica.