Infezione congenita da Cytomegalovirus: impatto in una popolazione ad alta prevalenza di HIV
Progetto L¿infezione congenita da Cytomegalovirus (CMV) è la più frequente nel genere umano. Nei Paesi industrializzati si verifica mediamente nell¿1% dei nati vivi, in un quinto dei quali determina danni soprattutto neurologici.
Relativamente ai Paesi in via di sviluppo sono disponibili pochissimi dati sulla prevalenza di CMV congenito, in particolare per il Sudafrica è stato osservato che ne è interessato circa ¼ dei bambini immaturi e dismaturi [Bos et al, 1978]. Data l¿alta prevalenza dell¿infezione da HIV in questo Paese, l¿infezione congenita da CMV potrebbe aggravare il peso dell¿epidemia da HIV in età pediatrica.
Infatti dati di letteratura indicano che i bambini con infezione da HIV che acquisiscono CMV sono più immunodepressi, hanno una maggior velocità di progressione della malattia da HIV, una maggior frequenza di malattia del sistema nervoso centrale e muoiono più precocemente dei bambini infetti solo da HIV. Inoltre i nati da donne infette da HIV e sieropositive per CMV tendono ad acquisire più frequentemente la doppia infezione piuttosto che solo quella da HIV [Doyle et al, 1996; Kovacs et al, 1999; Marin Gabriel et al, 2005].
Pertanto l¿accertamento della prevalenza dell¿infezione congenita da CMV e la determinazione del suo ruolo nella progressione o nella gravità dell¿infezione verticale da HIV sono di grande rilevanza per la Sanità Pubblica soprattutto in Paesi ad elevata prevalenza dell¿infezione da HIV. Se venisse confermata, l¿attività sinergica potrebbe suggerire l¿opportunità di identificare, tra i bambini esposti ad HIV, quelli a maggior rischio di malattia in quanto congenitamente infetti da CMV. In questi casi potrebbe essere preso in considerazione il trattamento precoce anti-CMV.
L¿evidenziazione del DNA virale in sangue neonatale seccato su carta da filtro (Dried Blood Spots), dimostrata per la prima volta da Barbi et al, CMV-DBS test, si è rivelata un mezzo altamente sensibile e specifico (99%) per la diagnosi di infezione congenita da CMV in alternativa al metodo, costoso e laborioso, dell¿ isolamento virale in coltura cellulare da campioni di urine.
Il nostro gruppo di studio si è quindi reso disponibile, in collaborazione con l¿Università di Pretoria (Sudafrica), per l¿applicazione del CMV-DBS test a tutti i bambini nati in un anno in un ospedale sudafricano di riferimento.
Con il presente lavoro ci proponiamo innanzitutto di perseguire l¿obiettivo di migliorare la conoscenza dell¿infezione congenita da CMV e dell¿interazione CMV-HIV in una popolazione ad alta prevalenza di HIV come quella sudafricana.
Valuteremo inoltre l¿efficacia di un eventuale trattamento farmacologico anti-CMV nei bambini congenitamente infetti esposti ad HIV.
Infine i risultati ottenuti nella popolazione neonatale della città di Pretoria saranno confrontati con quelli relativi alla popolazione milanese di bambini nati da madri HIV sieropositive.