Dalla consapevolezza che le regole di condotta corrette ed efficaci non derivano solo dal rispetto di leggi e di regolamenti ma anche dei principi e dei valori che li ispirano origina il loro diretto recepimento nell¿organizzazione aziendale. Ciò avviene anche nell¿industria bancaria attraverso processi di autoregolamentazione, attività complessa nella quale si fondono aspetti economici, legali, aziendali e di mercato. L¿autoregolamentazione diventa così espressione della cultura aziendale, leva della strategia dell¿impresa bancaria e componente essenziale del sistema di relazioni con le Autorità di vigilanza. In tale contesto si colloca l¿attenzione del Comitato di Basilea (2005) e di Banca d¿Italia (2006) che prescrivono addirittura la creazione di una specifica Funzione dedicata alla compliance presso ogni banca per gestire il rischio di compliance, vale a dire di sanzioni legali o amministrative o di danni reputazionali derivanti dal mancato rispetto di leggi e regolamenti, codici deontologici, codici di condotta, procedure interne. La Funzione di compliance si colloca così, al pari di quelle dei controlli dei rischi e dell¿Internal Audit come una funzione primaria del sistema dei controlli interni. Attraverso l¿affermazione della cultura della compliance anche l¿attività di vigilanza segna poi il definitivo consolidamento dell¿attività delle Authorities bancarie nel ruolo di certificatori dell¿adeguatezza di sistemi di controllo interno delle banche. Su tale base esse possono attivare confronti dialettici con le stesse riducendo il peso delle prescrizioni amministrative e valorizzando strumenti di supervisione incentrati su una crescente responsabilizzazione delle banche. Le banche si trovano poi di fronte ad un momento di forte discontinuità gestionale e ad un¿importante opportunità strategica. La correlazione dei loro requisiti patrimoniale con l¿efficacia dell¿approccio gestionale per il governo dei rischi (accordi sul capitale ¿ Basilea2) coerente con i propri profili organizzativi e con la propria reputazione, ne informa infatti le stesse condizioni di sana e prudente gestione, condizione prima di permanenza nel mercato. In tale contesto l¿attività di compliance non è una risposta obbligata a un¿esigenza normativa ma un¿opportunità strategica ed organizzativa che concorre alla creazione di valore per la banca.
La ricerca proposta è innovativa in quanto affronta un tema che segna profonde discontinuità nell¿attività bancaria, sia a livello teorico che gestionale: è la prima volta che viene imposto normativamente alle banche di costituire una funzione a presidio di attività gestionali; la nuova funzione si inserisce, modificandone radicalmente i contenuti e gli equilibri consolidati in dottrina ed operativamente, nei sistemi di controllo interni; le politiche di vigilanza bancaria risentono in modo marcato del nuovo approccio, sia a livello domestico che europeo; non esiste bibliografia di riferimento.