La ricerca ha lo scopo di analizzare l¿impatto dell¿introduzione nel nostro ordinamento del divieto di discriminazioni per età avvenuta ocn il d. gls. n. 216/03, in attuazione della direttiva comunitaria 2000/78/Ce. In realtà il diritto del lavoro italiano non ha mai ignorato l¿età, anzi l¿ha spesso utilizzata per differenziare i trattamenti dei lavoratori, sia per esigenze di tutela, come avviene per i minori, sia per ragioni di politica del lavoro, come avviene ad esempio in materia di licenziamenti. L¿età costituisce inoltre un fattore assai rilevante in materia previdenziale e pensionistica in particolare. L¿invecchiamento della popolazione, con tutte le conseguenze che comporta sul piano della sostenibilità finanziaria dei sistemi di welfare ma anche sul piano sociale ed economico, impone al giurista di compiere un salto culturale, per cercare di rileggere il diritto del lavoro con le nuove lenti del divieto di discriminazioni per età. Si tratta allora di verificare se le ragioni che hanno portato il legislatore, ma anche la contrattazione collettiva, a differenziare direttamente o indirettamente i trattamenti in base all¿età possono considerarsi tuttora valide e idonee a fondare legittime esclusioni o giustificazioni delle disparità, attraverso l¿applicazione del c.d. test di proporzionalità.